14 febbraio 2007

L'uomo che cambiava idea

di Ferdinando Carcavallo

In contrasto con l'essenzialità dell'edizione con una veste grafica povera e minimalista, il libro di Enrico Caria è molto ricco di contenuto.
E' un romanzo di genere, decisamente noir, e come tale non sfugge agli stereotipi (o meglio li tradisce) del detective scostante e irascibile, della famme fatale che mette le corna allo spietato boss e dei cattivi la cui grottesca ferocia li rende ridicoli. Ma il bello della letteratura di genere sta proprio nel gioco degli autori di riuscire ad inserire elementi nuovi e originali pur rispettando il dogma.
Ma la sfida di Caria era doppia in quanto lo scrittore ha dovuto fare i conti anche con altri stereotipi ormai calcificati, quelli della napoletanità, che al di fuori del contesto letterario chiameremmo "luoghi comuni". Camorra, arte di arrangiarsi, umorismo diffuso, mare, sole e mandolino non mancano in L'uomo che cambiava idea, ma stavolta l'indulgenza dell'autore verso questo universo colorato è davvero ridotta al minimo.
I mali di Napoli sono nelle persone. Tutte. Sia quelli che vivono e vegetano nella delinquenza che quelli che la subiscono e la tollerano sono colpevoli e pedine di un gioco criminoso che non porterà ad altro che alla distruzione della città. Willy Calone è napoletano fuori ma non dentro. Dentro è un turista innamorato del mito della città. Vorrebbe il mare sempre pulito, vorrebbe camminare per tutte le strade ad ogni ora, vorrebbe fraternizzare con i concittadini (anche quelli di importazione) senza dover sospettare di loro. Ma non può farlo, perchè conosce troppo bene la città per illudersi che le cose possano cambiare.
Difficile per un napoletano giudicare questo romanzo in maniera obiettiva. Pur riducendo al minimo l'uso del dialetto (Calone non è il Montalbano del "nord") si respira napoletanità ad ogni pagina, ma bisogna riconoscere che la narrazione di Caria (non è una novità) è sempre originale e ricca di spunti umoristici e metafore originali.

Niente a che vedere con il docu-film Vedi Napoli e poi muori (a parte il pretesto dell'American Cup), L'uomo che cambiava idea è chiaramente scritto pensando ad una versione cinematografica che mi auguro non tardi ad arrivare.

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2 commenti:

domenico ha detto...

Ciao scusa se non ti commento il blog. Scambieresti link? Se vuoi passa dal nostro blog, ti aggiungeremo subito ai link. Buona Giornata

Kinemazone ha detto...

Non che sia un obbligo il commento, ma c'è anche l'email.
Linko volentieri.

Ciao