di Ferdinando Carcavallo
Nicola 'a Scheggia m'ha fatto fesso ancora. Ogni volta penso che finalmente ha fatto un buon film e poi puntualmente il ridicolo lo ricopre completamente fino al paradosso.
Stavolta, però, se l'è andata proprio a cercare. Il cadetto della famiglia Coppola ha prodotto e interpretato un thriller/horror scontato e noioso i cui riferimenti (irrispettosi) possono essere The Village e H2Odio di Infascelli (pensate un po' come sta messo!), ma sicuramente non l'originale di cui pretenderebbe essere il remake. Il film inglese The wicker man del 1973 è un cult movie nel vero senso della parola. Mai distribuito in Italia (si sarebbe chiamato L'uomo di paglia, come il capolavoro di Pietro Germi) il film di Robin Hardy con Christopher Lee e Britt Ekland era una grottesca commedia fantasy vagamente erotica (molti nudi femminili che allora erano ancora una rarità) in cui la storia della comunità di donne che sottomettono gli uomini al rango di schiavi sessuali era una satira del femminismo e della cultura hippy dell'epoca. Una sorta di Rocky Horror Show in chiave lesbo che nella riedizione americana del 2006 perde ogni efficacia. Il regista Neil LaBute ha tentato di realizzare un thriller a tutti gli effetti che finisce con l'essere ridicolo non solo per l'inadeguatezza del protagonasta, ma anche per l'estrema incredulità di tutti i persnaggi, anche quelli marginali che non sembrano affatto coscienti di quello che stanno facendo.
Non c'era bisogno di questo remake. Non c'era bisogno di questo film.
E non c'era bisogno di questa recensione
Stavolta, però, se l'è andata proprio a cercare. Il cadetto della famiglia Coppola ha prodotto e interpretato un thriller/horror scontato e noioso i cui riferimenti (irrispettosi) possono essere The Village e H2Odio di Infascelli (pensate un po' come sta messo!), ma sicuramente non l'originale di cui pretenderebbe essere il remake. Il film inglese The wicker man del 1973 è un cult movie nel vero senso della parola. Mai distribuito in Italia (si sarebbe chiamato L'uomo di paglia, come il capolavoro di Pietro Germi) il film di Robin Hardy con Christopher Lee e Britt Ekland era una grottesca commedia fantasy vagamente erotica (molti nudi femminili che allora erano ancora una rarità) in cui la storia della comunità di donne che sottomettono gli uomini al rango di schiavi sessuali era una satira del femminismo e della cultura hippy dell'epoca. Una sorta di Rocky Horror Show in chiave lesbo che nella riedizione americana del 2006 perde ogni efficacia. Il regista Neil LaBute ha tentato di realizzare un thriller a tutti gli effetti che finisce con l'essere ridicolo non solo per l'inadeguatezza del protagonasta, ma anche per l'estrema incredulità di tutti i persnaggi, anche quelli marginali che non sembrano affatto coscienti di quello che stanno facendo.
Non c'era bisogno di questo remake. Non c'era bisogno di questo film.
E non c'era bisogno di questa recensione
1 commenti:
Vabbè Ferdi, ma anche tu te le cerchi proprio, eh...
;o)
BenSG
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