31 gennaio 2007

'O curt

No, non è il mio nuovo nickname, bensì il titolo della prestigiosa manifestazione cinematografica napoletana che quest'anno giunge alla sua nona edizione.
A beneficio degli stranieri (e dei più lenti di comprendonio) diremo che "o' curt" significa il corto, ed infatti il cortometraggio è la forma cinematografica prediletta dalla manifestazione. Organizzata dalla scuola di cinema Pigrecoemme e dalla Mediateca Santa Sofia, O' curt prevede sia un concorso che una serie di proiezioni e dibattiti che si terranno dal 7 al 10 febbraio presso il Grenoble (Via Crispi 86, Napoli).
In concorso ci saranno opere sia di autori (emergenti e meno) che di scuole di cinema italiane. Un'occasione per verificare lo stato dell'arte del nostro cinema fuori dai meccanismi dell'industria e del mercato.
Oggi il cortometraggio è considerato a torto una forma d'arte di transizione, una sorta di demo dei giovani videomaker che in attesa di investiture più impegnative si esercitano nella realizzazione di piccole ed economiche brochure. 'O curt, invece, cerca di restituire al corto la dignità di opera finita che gli compete, presentandocela come vere espressione di tendenze alla stessa stregua dei lungometraggi distribuiti nelle sale.
Per info e programma: www.ocurt.it

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29 gennaio 2007

The prestige

di Ferdinando Carcavallo

Con piacere ho verificato che le lodi che avevo letto e sentito su The prestige erano ampiamente giustificate. Davvero un bel film, un ottimo compromesso (esemplare) tra film di cassetta con sfilata di divi e divetti e lavoro d'autore.
Christopher Nolan dirige Scarlett Johansson, Michael Caine, David Bowie e i due protagonisti Bale e Jackman senza tuttavia fare il film a nessuno di loro. La storia della geniale rivalità tra i due prestigiatori fila via benissimo e l'inserimento dell'elemento fantastico non sconvolge il senso della storia.
La storia, adattamento di un romanzo di Christopher Priest del regista e del fratello Johnatan, scorre senza tempi morti e chincaglie varie come una graphic novel tanto da sembrare, proprio per la sua ambientazione vittoriana, quello che avrebbe voluto (dovuto) essere il film di Norrington del 2003 La legenda degli uomini straordinari, colpevole di una spettacolarizzazione eccessiva e stufosa.
Nikola TeslaNon ho visto Batman begins, per cui la filmografia di Nolan per me è ancora qualcosa di estremamente raffinato con un rispetto per la narrativa ed un'originalità nella sceneggiatura poco comuni. I continui sbalzi temporali di The prestige, in cui nella parte iniziale uno dei protagonisti legge il diario scritto dall'altro mentre questi leggeva il suo, fanno impallidire i virtuosismi di Memento dove la sequenza era semplicemente invertita.
Il film è strutturato come un gioco di illusionismo, diviso nelle tre parti canoniche, Promessa, Performance e Prestigio, ossia la ricomparsa dell'oggetto scomparso, fase che provoca l'applauso.
Il doppio finale con colpo di scena imprevedibile ma coerente è il prestigio che rende unico questo piccolo capolavoro. Nolan è oggi al lavoro su The Exec, stavolta effettivamente tratto da una graphic novel. Ci aspettiamo grandi cose.

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28 gennaio 2007

Le luci della sera

di Ferdinando Carcavallo

Napoli, domenica 28 gennaio 2007.
14:00
- Ue, Mo’. Guarda che Carmine e Rosanna a cinema non vengono.
- Come mai?
- Hanno problemi a lasciare i bimbi.
- Capito. E noi che facciamo?
- Noi andiamo. Una volta che ci siamo organizzati.
- Ok. “Manuale d’amore 2”?
- Mah… dal momento che siamo soli possiamo sceglierne un altro. Sprecare 14 euro per Veronesi, sinceramente, mi sembra immorale.
- Ve bene. Scegli tu il film, allora. Sei tu il cinefilo.
Già.
- Guarda… all'America Hall danno “Le luci della sera” e “L’arte del sogno”.
- A me andrebbe vedere una storia romantica.
- Decisamente, allora, “Le luci della sera”. Lo danno nella sala grande alle 16:30 ed è di Kaurismaki.
- E chi è?
- Non ti preoccupare. Sono io il cinefilo.

16:15
- Mamma mia com'è decaduto 'sto cinema, vero Mo'?.
- Già. Tutto sporco, polveroso. Guarda là, lattine, sacchetti di patatine
- Eppure non c'è nessuno...
- Infatti.
Come mai non c’è nessuno?
- Beh, sai, allo spettacolo delle 16:30 chi vuoi che venga?
- Ma tu avevi detto che è uscito venerdi e che questo Karismati è un regista cult.
- Kaurismaki. E comunque è cult in una certa elite.
- L’elite di quei quattro fanatici dei blog tipo Fringe, BenSG e gente del genere, eh? Andiamo bene…

- Che c'entrano adesso i miei amici di post?
- Va bene, va bene, chi te li tocca...

16:30
- Questo ce lo dobbiamo vedere, eh?
- Si si. Effettivamente il prossimo film di Ozpetek promette bene.
- A proposito, ma Kasiraghi qua è turco?
- Kaurismaki. No, no…credo sia Croato.
- Ah, allora il film è girato in Croazia?
- Si si.
- Mah…speriamo bene. E’ una vita che non vado al cinema.
- Spegni il telefonino.
- Già spento. E tu?

18:30
- A me è piaciuto, e a te?
- …
- Monica, dico a te. Aspetta…
Perché corri?
- La piccola deve mangiare.
- Vabbè, ma c’è tempo. Fino alle 8:00
- …
- Ma che hai?
- …
- Senti, fermiamoci qui a bere una birra.
- …
- vabbe’ meglio non spezzare la dieta.
- …
- Comunque a me è piaciuta molto la fotografia, così ricca di colori in contrasto con le atmosfere fredde della Finlandia.
- Ah, non era la Croazia?
- Eh? Ah già…m’ero sbagliato.
- …
- E poi, questo modo di usare gli attori come dei fantoci, sempre con la stessa espressione, è qualcosa di molto affascinante.
- …
- Sai che faccio? Chiedo a Fringe se ha il DVD de “L’uomo senza passato” così una di queste sere ce lo vediam…
- …
- Monica? Si è chiuso il portone… Monica? Non ho le chiavi!! Oh! Non fare così, aprimi!!!!

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26 gennaio 2007

Vedi Napoli e poi muori

di Ferdinando Carcavallo

Oggi la prima a Napoli del film di Enrico Caria (Modernissimo Videodrome, ore 20:30) e poi la distribuzione nazionale, chissà quanto capillare, dell'Istituto Luce.
In altri tempi (una decina d'anni fa?) mi avrebbe dato un po' fastidio l'accanimento mediatico di questi ultimi tempi sul problema Napoli.
Ma oggi la situazione è così critica che effettivamente avrei difficoltà a rivendicare l'esistennza di qualcosa di presentabile di questa città.
La camorra non è solo delinquenza, ma una mentalità, un modo di fare, una colpevole rassegnazione che deve essere sradicata prima dalle coscienze delle persone perbene (che ci sono) e poi combattuta in maniera operativa. Quello che Enrico Caria sembrerebbe voler raccontare con questo film è proprio l'assurda cecità dei napoletani di fronte ad una situazione terminale di una società completamente assuefatta ad uno status-quo che ha raggiunto livelli di invivibilità senza precedenti.
In una situazione del genere il bombardamento mediatico potrebbe essere costruttivo, ma deve venire dall'esterno. Un esule napoletano, armato di ironia graffiante come Caria può essere l'uomo giusto per dipingerci una volta per tutte un quadro spietato della situazione.

Sinossi: Un giornalista satirico e regista napoletano, emigrato a Roma negli anni ‘80 ai tempi della prima guerra di camorra e del terremoto, colpito dal tanto sbandierato Rinascimento della sua città, decide di ritornare a Napoli, ora addirittura candidata ad ospitare “America’s cup”: la più prestigiosa gara di vela del mondo. Business da un miliardo e mezzo di euro.Ma non fa in tempo a godersi il bel centro storico tirato a nuovo che in periferia scoppia la seconda guerra di camorra…Già, esistono due Napoli: una col mare e una senza.Due lati della stessa medaglia che mostra ora il paradiso ora l’inferno. Il golfo col Vesuvio e il Castel dell’Ovo e le periferie senza panorama e senza speranze. A un certo punto i riflettori sono tutti su Napoli nord: Secondigliano, Melito, Scampia, dove gli unici a vedere il mare in lontananza sono gli elicotteri dei carabinieri che sorvolano impotenti la mattanza in corso. Ma quando la guerra di camorra è finita e i riflettori sono spenti, i clan tornano ad espandersi in santa pace.
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25 gennaio 2007

We All Love Ennio Morricone

Bruce Springsteen, Andrea Bocelli, Roger Waters, Celine Dion e i Metallica. Pare che caratteristica comune di questi personaggi per'altro molto lontani artisticamente, sia l'amotre per il cinema. o meglio l'amore per uno dei musicisti cinematografici tra i più osannati e sicuramente il più prolifico. "We All Love Ennio Morricone" è il titolo del CD tributo al compositore italiano che uscirà il 23 febbraio, ossia due giorni prima che Morricone ritiri ad Hollywood l'Oscar alla carriera. Il CD della Sony BMG conterrà 17 cover dei brani più celebri tratti dalle colonne sonore firmate dal musicista. Mentre posso immaginare la performance di Celin Dion e Quincy Jones in "I knew I leved you", canzone scritta da Alan e Marylin Bergman sul tema di "C'era una volta in America", sono invece incuriosito di quale sia stata la scelta fatta per il contributo dei Metallica e Springsteen. Vedremo, anzi sentiremo. Intanto rallegriamoci per il riconoscimento a nonno Ennio, finalmente.

Track List
01. I Knew I Loved You - CELINE DION
02. The Good, The Bad and The Ugly - QUINCY JONES featuring HERBIE HANCOCK
03. Once Upon a Time in the West - BRUCE SPRINGSTEEN
04. Conradiana - ANDREA BOCELLI
05. The Ecstasy of Gold - METALLICA
06. Malèna - YO-YO MA
07. Come Sail Away - RENÉE FLEMING
08. Gabriel's Oboe - ENNIO MORRICONE
09. Conmigo - DANIELA MERCURY featuring EUMIR DEODATO
10. La Luz Prodigiosa - DULCE PONTES
11. Love Affair - CHRIS BOTTI
12. Je Changerais d'Avis - VANESSA AND THE O'S
13. Lost Boys Calling - ROGER WATERS
14. The Tropical Variation - ENNIO MORRICONE
15. Could Heaven - DENYCE GRAVES
16. Addio Monti - TARO HAKASE
17. Cinema Paradiso - ENNIO MORRICONE


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20 gennaio 2007

I pessimi quattro del 2006

di Ferdinando Carcavallo

Tempo di classifiche. Un po' in ritardo mi decido a fare la pagellina anch'io, per cui eccovi le mie personali valutaizoni per i quattro peggiori film che il 2006 ci ha inflitto.

1. H2Odio
Troppo scontato, lo so. In effetti avrebbe dovuto concorrere in una categoria speciale, anche perchè non distribuito al cinema, ma non posso fare a meno di riconoscergli il palma res.

2. La bestia nel cuore
Ancora un film italiano. Anche se secondo, questo è moralmente il vincitore. La Comencini stavolta ha confezionato un prodotto ad hoc per vincere. Gli ingredienti del brutto film ci sono tutti. Ridicolezza, inverosimiglianza, tristezza e supponenza.

3. Derailed
Quest'anno Hollywood ci ha regalato in più occasioni l'emozione della prevedibilità, quella sensazione gioiosa che si prova quando a dieci minuti dall'inizio del film si sa già tutto il seguito. Una sorta di viaggio nel tempo. Tra tutti Derailed, con la coppia di broccoli Aniston/Owen, è senz'altro la vetta della banalità.

4. Lady in the water
Il fantasy-mistery-horror-family-thriller di Shyamalan è stata la vera sorpresa dell'anno. Non ci aspettavamo da questo talentuoso regista uno scacco matto del genere. A metà strada tra la parodia di Splash! Una sirena a New York e il risultato di una scorretta lettura della sceneggiatura di un episodio de I confini della realtà, la storia della ninfa chiusa nel cesso (da cui il titolo la ragazza nel water) resterà sicuramente dentro di noi per molto tempo.

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19 gennaio 2007

Gwyneth Paltrow segretaria di ferro

L'attrice californiana sarà la segretaria/amante del milionario Tony Stark alias Iron Man nel film Marvel dedicato al corazzato supereroe diretto da Jon Favreau e previsto in uscita a maggio del 2008.
Il nome della Paltrow si va ad aggiungere a quello di Robert Downey Jr. nella parte del protagonista e di Terence Howard che sara' Jim Rhodes (War Machine), il pilota braccio destro di Iron Man. Le riprese del film inizieranno a maggio '07, per cui è ancora presto per giudicare se si tratterà di una produzione di grande impatto come per Spiderman, Hulk e X-Men o tra quelli più mediocri come Daredevil, Elektra e Ghost Rider, il cui trailer già delude le aspettative.
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18 gennaio 2007

L'uomo che cambiava idea

di Ferdinando Carcavallo

Pare proprio che ultimamente gli scrittori napoletani non possano fare a meno di mettere armi sulle copertine dei loro libri. Bruno De Stefano e Angelo Petrella sono andati sulla classica pistola, mentre Saviano per il suo best seller ha preferito l'arma bianca.
Non sfuge al luogo comune la pistola che capeggia sulla copertina di L'uomo che cambiava idea, di Enrico Caria, nonostante l'autore, come regista, ci abbia abituato ad una originalità non comune tra i cineasti della sua generazione. Film quasi invisibili come Bleck Giek, Carogne e 17 sono dei veri gioiellini di umorismo grottesco e intellettuale. La sua nuova fatica cinematografica è un docu-fiction sulla malavita napoletana dal titolo catastrofico di Vedi Napoli e poi muori che esce in un momento in cui la camorra è diventata un business non solo per chi delinque ma anche per chi la racconta. Ma lo spirito di Caria in questo suo doppio impegno sembra proprio evidenziare quanto il "problema Napoli" non sia solo nei quartieri storicamente a rischio ma in una mentalità diffusa e molto spesso inconsapevole. Una forma di convivenza-connivenza dei Napoletani con una serie di orrori che forse solo la sensibilità di un emigrato che torna a casa riesce a cogliere.

Ecco la trama di L'uomo che cambiava idea.

"Nei vicoli dei Quartieri Spagnoli tira aria di tempesta. Per mettere le mani su un business a nove zeri, il potente clan dei Luongo e il giovanissimo boss in ascesa Carmine Villanova, più cattivo di un dio inca, sono pronti a scatenare la guerra. Willy Calone è un investigatore squattrinato e inaffidabile, ma di camorra sa più di chiunque altro e non riesce a restare fuori dai guai. Nonostante abbia già incassato un primo, convincente avvertimento a non ficcare il naso, si lascia sedurre dalla donna del boss, la straripante Stella Schiano, cantante, "una che per la carriera artistica era sprecata, che per quella criminale era assai più portata". In un attimo Calone si ritrova sul ciglio di un abisso, lungo l'incerta linea d'ombra che divide le vittime dai malommi".

Certo, detta così, non è che la storia sia particolarmente intrigante, ma sono sicuro che al di là di quello che racconta Caria possa sorprendermi positivamente.
La mia prossima lettura, quindi, sperando di vedere al più presto un suo film vero.
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15 gennaio 2007

Il prescelto

di Ferdinando Carcavallo

Nicola 'a Scheggia m'ha fatto fesso ancora. Ogni volta penso che finalmente ha fatto un buon film e poi puntualmente il ridicolo lo ricopre completamente fino al paradosso.
Stavolta, però, se l'è andata proprio a cercare. Il cadetto della famiglia Coppola ha prodotto e interpretato un thriller/horror scontato e noioso i cui riferimenti (irrispettosi) possono essere The Village e H2Odio di Infascelli (pensate un po' come sta messo!), ma sicuramente non l'originale di cui pretenderebbe essere il remake. Il film inglese The wicker man del 1973 è un cult movie nel vero senso della parola. Mai distribuito in Italia (si sarebbe chiamato L'uomo di paglia, come il capolavoro di Pietro Germi) il film di Robin Hardy con Christopher Lee e Britt Ekland era una grottesca commedia fantasy vagamente erotica (molti nudi femminili che allora erano ancora una rarità) in cui la storia della comunità di donne che sottomettono gli uomini al rango di schiavi sessuali era una satira del femminismo e della cultura hippy dell'epoca. Una sorta di Rocky Horror Show in chiave lesbo che nella riedizione americana del 2006 perde ogni efficacia. Il regista Neil LaBute ha tentato di realizzare un thriller a tutti gli effetti che finisce con l'essere ridicolo non solo per l'inadeguatezza del protagonasta, ma anche per l'estrema incredulità di tutti i persnaggi, anche quelli marginali che non sembrano affatto coscienti di quello che stanno facendo.
Non c'era bisogno di questo remake. Non c'era bisogno di questo film.
E non c'era bisogno di questa recensione
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La ricerca della felicità

di Jack Fertile

Questa fase della vita vorrei intitolarla “Giudicare con la propria testa, o perlomeno provarci”. Ed io ci provo.

La ricerca della felicità è un film ben girato (Muccino), con una bella fotografia (Papamicheal), con una ispirata colonna sonora (Guerra), magistralmente interpretato (Smith padre e figlio), ma non è un grande film.

Costruito abilmente il contrasto stridente tra il diritto alla felicità, sancito dalla Dichiarazione di Indipendenza, e lo strapiombo della povertà in cui si ritrovano i “senza tetto”, il film non rinuncia a meccanismi collaudati e, quindi, prevedibili, su cui sono state costruite mille altre storie: il padre che costruisce e illumina una rappresentazione del mondo che risulti meno dura per il figlio, la fine di un matrimonio segnata da un differente atteggiamento di fronte alle difficoltà quotidiane, l’ostinazione che, alla fine, finisce col pagare nell’inseguimento di un desiderio.

I primi anni ’80, l’edonismo reaganiano, i molto ricchi e i veramente poveri restano sullo sfondo di una storia che pretende di affermare che è sufficiente custodire e proteggere i propri sogni perché aumenti la probabilità che si avverino: il principio è sacrosanto, ma quanto “peserà” per riequilibrare il mondo regolato dalle legge 80 vs. 20 in cui l’80% della ricchezza è detenuto dal 20% della popolazione?

Il merito del film lo cercherei, per tutti questi motivi, allora altrove: nell’aver concesso a Muccino di raccontare una storia americana con l’occhio dello straniero che la bellezza e la poesia chiede al suo sguardo e non alle cose del mondo.

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Ischia Film Location 2007: Deadline

Si svolgerà ad Ischia dal 24 al 30 Giugno la quinta edizione dell’Ischia Film Location, il Festival dedicato alle Location cinematografiche ed incentrato sul concorso internazionale per lungometraggi, cortometraggi e documentari.
La deadline per inviare le opere in concorso è fissata al 31 Marzo 2007. Le proiezioni delle opere in concorso si svolgono nel borgo antico dell’isola tra il Castello Aragonese e la cinquecentesca Torre di Michelangelo, mentre le opere fuori concorso della sezione “Scenari” sono proiettate alla Colombaia, dimora storica di Luchino Visconti a Forio d’Ischia.

Per ricevere il regolamento e l’entry form del concorso

scrivere a segreteria@ischiafilmfestival.it
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11 gennaio 2007

La TV che non trasmette niente

E' il sottotitolo di (?) SantaMariaVideo, il Videoblog del disegnatore pisano Gipi degno di una visita da parte di tutti almeno una volta al mese.
Grato a Flavio Ignelzi per la segnalazione, vi raccomando la visione di Vaffanculo del terzo tipo, forse uno dei più schietti film sugli incontri alieni che abbia visto. Pieno di sarcasmo e di amare allusioni. Trasmette molto di più di quanto dichiara.

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10 gennaio 2007

Casertawood

Non è l'ex ministro della sanità travolto da tangentopoli il Francesco De Lorenzo che dirigerà il nuovo festival cinematografico di Caserta, ma l'omonimo regista napoletano con all'attivo finora alcuni cortometraggi in digitale (Tutta colpa del dio denaro, Santi e Briganti) più un lungometraggio del 2005 intitolato La Maskera proiettato a Venezia nel 2005 con la speranza di trovare un distributore italiano, dopo essere stato venduto a sette distributori stranieri.
Non riuscendo ad affermarsi come merita in patria, il napoletano De Lorenzo è riuscito pero' ad inventarsi un festival nella "incantevole cornice" della Reggia di Caserta, oggi teatro anche di importanti decisioni politiche. Il festival, che si va ad aggiungere alla già (troppo) nutrita schiera di festival campani, si intitolerà Drake International Film Festival (DIFF), forse proprio a sottolineare che solo un drago (=drake) avrebbe potuto trovare spazi e finanziamenti per un festival del cinema che sarà allestito praticamente in contemporanea (giugno 2007) con i già collaudati Napoli Film festival, Ischia Location Film Festival e Giffoni.
In bocca al lupo e complimenti, quindi, a Francesco e Laura Marcellino che l'affiancherà nella direzione artistica. Pare garantita la presenza nel regale palazzo di gente come Nicole Kidman, Sharon Stone, Monica Bellucci, Keanu Reeves, Brad Pitt e Johnny Deep.
Mah...
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05 gennaio 2007

04 gennaio 2007