di Ferdinando Carcavallo
Considerare Jack Black il nuovo John Belushi può essere (oltre che banale) irriverente, ed anche un po' jettatorio. Al di là di quanto questo attore sia effettivamente capace a recitare c'è da riconoscere che finora non ha sbagliato un film. Questo Supernacho (Nacho libre nell'originale, senza alcun ammiccamento al Superargo italo-spagnolo degli anni '70) come anche School of Rock e Shallow Hal (Amore a prima svista) è solo apparentemente una commedia comica, d infatti non a sbellicare dalle risate, ma nasconde altre qualità. Molto curato - pure troppo - nella fotografia, il film racconta di un mito, quello del wrestling sudamericano, molto diverso dall'analogo americano di oggi, tutto finzione e sponsor. Nacho Libre è un povero maturo trovatello allevato dai francescani in un orfanotrofio che lotta sul ring per dare un buon pasto ai piccoli meschinelli del convento. Un bel film, opera seconda del ventisettenne Jared Hess, che non costituisce un capolavoro, ma trasmette una delicatezza difficle da trovare nelle commedie americane e contribuisce non poco a renderci simpatico il bravo Black.
Scontata ed evitabile la citazione allo Spiderman di Raimi nella scena della creazione del costume di Nacho, ma la giovane età del regista è un ottimo attenuante.
Particolarmete graditi dal sottoscritto alcuni quadretti che mi hanno ricordato l'Alan Ford della coppia Magnus & Bunker.
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