07 dicembre 2006

I figli degli uomini

di Ferdinando Carcavallo

L'umanità è destinata all'estinzione a causa di una improvvisa infertilità delle donne. Solo in Inghilterra in qualche modo si riesce ancora a viverre come se nulla fosse, a parte una terribile depressione economica e un allarme clandestini senza precedenti.

La trama è accattivante ma non più di tanto e sicuramente la storia non è il punto forte di questo film, che invece resterà memorabile per la regia.
Alfonso Cuarón da' il massimo dal punto di vista tecnico in un opera in cui protagonista assoluta è la macchina da presa. Una serie interminabili di piani sequenza inseguono Theo (Clive Owen) come in un reportage di guerra televisivo. L'effetto, oltre che un risparmio dei tempi di montaggio, è quello di un'elevato realismo delle scene di azione. Le sequenze godono di un sincronismo perfetto, quasi da film di animazione. Sicuramente la scena memorabile è quella dell'attacco all'auto in cui viaggiano Owen e Julien Moore da parte di un gruppo di terroristi.
Per la prima volta mi è piaciuto vedere un film con Owen, attore che continuo a considerare monoespressivo ma al quale bisogna riconoscere un'ottima presenza scenica. Un vero eroe per caso, un duro malinconico, un post-Willis meno sbruffone.

Oltre alla grande padronanza tecnica, l'ambientazione della Londra in un futuro catastrofico, che a tratti ricorda 28 giorni dopo, è molto suggestiva. In particolare è da citare la ricostruzione della celebre copertina di Animals dei Pink Floyd (quella del porco volante sospeso sulle ciminiere) nella veduta dalla casa del ministro inglese collezionista di opere d'arte.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oooollà, finalmente vedi e apprezzi qualche buon film..!

;oP


BenSG

Anonimo ha detto...

devo dire invece che a me Owen piace e convince come attore.