(ANSA) - TORINO, 30 DIC - Dopo il gran rifiuto di Nanni Moretti a fare il direttore artistico del festival del cinema di Torino, ci si interroga sulla soluzione. L'obiettivo resta il rilancio della rassegna che rischia di essere stritolata fra i festival di Venezia e di Roma. Negli ambienti culturali torinesi circola una possibile soluzione alternativa: affidare di nuovo il festival ai due ex direttori artistici Barbera e Della Casa, ora direttore del Museo Nazionale del Cinema e presidente della Film Commission.
Beh, se non è una cosa impegnativa, io e dei miei amici siamo spesso lì per lavoro. Teneteci presente.
31 dicembre 2006
30 dicembre 2006
Super Nacho
di Ferdinando Carcavallo
Considerare Jack Black il nuovo John Belushi può essere (oltre che banale) irriverente, ed anche un po' jettatorio. Al di là di quanto questo attore sia effettivamente capace a recitare c'è da riconoscere che finora non ha sbagliato un film. Questo Supernacho (Nacho libre nell'originale, senza alcun ammiccamento al Superargo italo-spagnolo degli anni '70) come anche School of Rock e Shallow Hal (Amore a prima svista) è solo apparentemente una commedia comica, d infatti non a sbellicare dalle risate, ma nasconde altre qualità. Molto curato - pure troppo - nella fotografia, il film racconta di un mito, quello del wrestling sudamericano, molto diverso dall'analogo americano di oggi, tutto finzione e sponsor. Nacho Libre è un povero maturo trovatello allevato dai francescani in un orfanotrofio che lotta sul ring per dare un buon pasto ai piccoli meschinelli del convento. Un bel film, opera seconda del ventisettenne Jared Hess, che non costituisce un capolavoro, ma trasmette una delicatezza difficle da trovare nelle commedie americane e contribuisce non poco a renderci simpatico il bravo Black.
Scontata ed evitabile la citazione allo Spiderman di Raimi nella scena della creazione del costume di Nacho, ma la giovane età del regista è un ottimo attenuante.
Particolarmete graditi dal sottoscritto alcuni quadretti che mi hanno ricordato l'Alan Ford della coppia Magnus & Bunker.
29 dicembre 2006
L'uomo di Kubrick
di Ferdinando Carcavallo
Dei miei studi classici ricordo poco. Mi è rimasto pero' impresso una frase di Callimaco (che avrei probabilmente conosciuto anche studiando all'ITIS) che diceva "mega biblion mega kakon", ossia più un libro è lungo più grande è il danno che porta al lettore. Il caro Callimaco, pero', probabilmente si riferiva alla letteratura epica, e posso essere daccordo con lui riguardo la narrativa in genere (a meno di capolavori). Per la saggistica cinematograica, invece, il disorso è quasi inverso. Un libro come questo di Michel Chion su Stanley Kubrick (Stanley Kubrick L'umano, né più né meno - Ed. Lindau - €40,00) è tanto interessante per quanto è grosso. Probabilmente Kubrick, assieme a Truffaut e Hitchcock, è il regista per il quale è stato versato più inchiostro in assoluto ed io stesso, che non sono un gran fanatico del cinema letto, ho in casa tre monografie (tutte della Lindau, tra l'altro).
Il libro di Chion ambisce - con successo - ad essere un opera essenziale, completa sia dal punto di vista storiografico che da quello dell'analisi tecnica e letteraria. Il sottotitolo "L'umano, né più né meno" evidenzia l'intenzione di trattare il concetto dell'uomo nel cinema del regista. Il libro è composto di due monografie di Chion (una su 2001 e l'altra su Eyes Wide Shut) più undici capitoli scritti appositamente per questa edizione ed inediti in Francese.
Non una biografa, quindi, ma "lo studio di un'opera" che procede in maniera lineare dal primo (Fear and desire) all'ultimo film (Eyes Wide Shut).
Ricco di diapositive tratte dai film più numerose fotografie di scena, il libro si presenta come un lussuoso testo universitario, ma il pericolo della seriosità di un testo accademico è sconiurato dalla materia trattata e l'esposizione appassionata dell'autore.
Chi vuole approcciarsi al regista americano (o al cinema americano in toto) ha oggi a disposizione un testo unico e completo che copre tutti gli aspetti e le curiosità degli appassionati e soddisfa le aspettative dei professionisti (critici, storici e cineasti). L'ho suggerito come regalo per Natale, ma consiglio di autoregalarselo. Un atto di affetto verso se stessi che non può che far bene.
Compralo su Libreriauniversitaria.it
27 dicembre 2006
Blockbuster 2007
26 dicembre 2006
Troppolitani
Fatevi un regalo di Natale.
Guardate le interviste demenziali di Antonio Rezza per le strade di Roma su RaiClick. In special modo quelle al cimitero sono una delizia.
24 dicembre 2006
Grindhouse: nuovi trailers
Di tutte le voci circolate sul nuovo film di Tarantino e Rodriguez, pare che solo quella sulla presenza di Kurt Russel fosse veritiera, anche se per un attimo nel secondo trailer mi è sembrato di intravedere Bruce Willis. Personalmente un altro dubbio è svelato, ossia quello sulla pronuncia del 'graindaus'.
23 dicembre 2006
SAP-patori
con
Ferdinando Carcavallo
Flavio Ignelzi
soggetto e sceneggiatura
Ferdinando Carcavallo
Flavio Ignelzi
regia
Ferdinando Carcavallo
durata
4,17 min
Trama:
Un gruppo di ingegneri napoletani nella fredda Torino omaggiano Merola.
20 dicembre 2006
18 dicembre 2006
Il grande capo
di Ferdinando Carcavallo
Prima di darci il capitolo conclusivo della trilogia iniziata con Dogville, il maestro Lars Von Trier ci mette sotto l'albero (5 gennaio) un regalo inaspettato. Una commedia nel vero senso della parola. Il titolo è "Il grande capo" e, sul modello delle commedie americane dei '50 di Capra e Wilder, ha un'ambientazione tutta aziendale. La storia è quella di un imprenditore che inventa la figura di un presidente della prorpia società al solo scopo di scaricare su dui lui una serie di scelte impopolari. Quando è il momento di vendere l'azienda, su insistenze dei compratori che vogliono ad ogni costo incontrare il presidente, è costretto ad assoldare un attore che finga di essere il grande capo.
Dietro questa tama da commedia dell'arte certamente Von Trier vorrà celare una critica alla società contemporanea, al capitalismo delle corporations o alla politica economica, ma la sottotraccia stavolta va molto al di là della semplice metafora.
Il regista danese, infatti, ha indetto una sorta di concorso tra gli spettatori consistente nell'individuare nel film una serie di tracce (lookey) utili a comporre un rebus. Si tratta di immagini, oggetti insoliti e fuori contesto che gli spettatori attenti dovranno individuare. Il premio per chi risolverà l'enigma è di 4.000 euro.
Se non si trattasse di Von Trier penserei ad una trovata pubblicitaria anche abbastanza banale e stile Disney, ma trattandosi di lui non posso che credere (e sperare) che si tratti di uno scherzo anch'esso teso a colpire in maniera polemica il mondo del marketing cinematografico.
15 dicembre 2006
Sotto l'albero
Beh, se proprio non potete fare a meno di spendere soldi in regali, almeno non andate a riempire ancora di più i portafogli già stracolmi delle major, e buttatevi sull'indipenente. E io sono qui proprio per darvi dei consigli e dei suggerimenti a chi volesse fare un regalo anche a me.
Un bel libro
Beh come libro mi sentirei di consigliare il mio Due punto zero, ma è un romanzo poco cinema oriented e quindi non in tema, mentre invece mi dicono molto bene del nuovo saggio su Stanley Kubrick (l'ennesimo ma forse il più completo) pubblicato dalla Lindau e intitolato Stanley Kubrick - L'umano né più né meno. Un gran bel libro, dal prezzo forse un po' impegnativo (€40,00) ma stiamo parlando di un opera di più di 600 pagine con oltre 1000 illustrazioni. L'autore, Michel Chion, è uno studioso dell’audiovisione, scrittore e musicista, autore di cortometraggi e di video e già autore di un saggio su SK.
Un bel disco
Restiamo in Italia per la musica, con i Pennelli di Vermeer dei quali ho già scritto. Il loro CD Tramedannata (€ 9,90) è acquistabile su internet su www.lacanzonetta.it ma vi conviene cercarlo nei negozi se volete averlo per quel santo giorno.
Un bel DVD
E qui vi consiglierei di andare su un classico. La Flamingo Video fa uscire una bella edizione di Partita a quattro, commedia americana fondamentale el 1932 di Ernst Lubitsch con Gary Cooper, Miriam Hopkins e Fredric March. La storia di un allegro menage-a-trois, forse il più celebre del cinema, che arriva trent'anni prima di quello di Truffaut (Jules et Jim). Farete un figurone. Sui € 14,00 su Web (www.thrauma.it).
07 dicembre 2006
Ecce Bombo returns
di Ferdinando Carcavallo
Una buona consuetudine italiana è quella di omaggiare i film che hanno fatto storia non realizzando discutibili remake o nostalgici sequel (quasi sempre andati a buca) ma restaurandoli. A volte si tratta di restauri anche di film relativamente recenti. E' il caso di Ecce Bombo l'opera prima (su 32 mm) di Nanni Moretti del 1978 nel quale il regista romano disegnava l'inquietudine e la rassegnazione di una generazione di (già allora) maturi post-sessantottini. Come nel 1953 con I vitelloni (perdonatemi l'arduo accostamento) Federico Fellini dipingeva l'insofferenza e i sogni di giovani costretti alla vita monotona e routinaria della provincia, venticinque anni dopo Moretti, in un contesto non provinciale, metteva l'accento sul fatto che le generazioni di tutti i tempi avevano sogni e aspettative inevitabilmente disattese. Ed è proprio il felliniano Alberto Sordi ad essere assunto a simbolo di un qualunquismo intellettuale che Moretti duramente (e provocatoriamente) attaccava per bocca di Apicella ma anche in prima persona, come un anno prima in TV (Telematch) in un celebre confronto con Mario Monicelli.
La versione restaurata di "Ecce Bombo" uscirà nelle sale italiane non si sa ancora quando, ma credo che l'obiettivo sia quello di confezionare un DVD celebrativo. Oltre che Nanni Moretti, beneficeranno del restauro del film con tecnologia Quantel anche Lina Sastri, Giampiero Mughini, Age, Glauco Mauri e Alberto Abbruzzese.
I figli degli uomini
di Ferdinando Carcavallo
L'umanità è destinata all'estinzione a causa di una improvvisa infertilità delle donne. Solo in Inghilterra in qualche modo si riesce ancora a viverre come se nulla fosse, a parte una terribile depressione economica e un allarme clandestini senza precedenti.
La trama è accattivante ma non più di tanto e sicuramente la storia non è il punto forte di questo film, che invece resterà memorabile per la regia.
Alfonso Cuarón da' il massimo dal punto di vista tecnico in un opera in cui protagonista assoluta è la macchina da presa. Una serie interminabili di piani sequenza inseguono Theo (Clive Owen) come in un reportage di guerra televisivo. L'effetto, oltre che un risparmio dei tempi di montaggio, è quello di un'elevato realismo delle scene di azione. Le sequenze godono di un sincronismo perfetto, quasi da film di animazione. Sicuramente la scena memorabile è quella dell'attacco all'auto in cui viaggiano Owen e Julien Moore da parte di un gruppo di terroristi.
Per la prima volta mi è piaciuto vedere un film con Owen, attore che continuo a considerare monoespressivo ma al quale bisogna riconoscere un'ottima presenza scenica. Un vero eroe per caso, un duro malinconico, un post-Willis meno sbruffone.
Oltre alla grande padronanza tecnica, l'ambientazione della Londra in un futuro catastrofico, che a tratti ricorda 28 giorni dopo, è molto suggestiva. In particolare è da citare la ricostruzione della celebre copertina di Animals dei Pink Floyd (quella del porco volante sospeso sulle ciminiere) nella veduta dalla casa del ministro inglese collezionista di opere d'arte.
Io sono leggenda
di Ferdinando Carcavallo
Il film, che uscirà nel 2007, ha lo stesso titolo del libro e vede protagonista Will Smith, che dopo aver mortificato Asimov con Io, robot, tenta ancora la strada della fantascienza per entrare nella leggenda.
04 dicembre 2006
I Pennelli di Vermeer
Il loro sito è www.ipennellidivermeer.it, mentre quello della casa discografica è www.lacanzonetta.it.