20 novembre 2006

Thank you for smoking

di Ferdinando Carcavallo

A volte un film ti piace e non sai spiegarti il perchè. Molto dipende dalla predisposizione personale. Se si è impensieriti da qualcosa di grave è difficile che una commedia leggera riesca a farti staccare per un'ora e mezzo dai problemi, così se si è particolarmente euforici e contenti non si riesce ad entrare facilmente nell'atmosfera sobria di un film drammatico o comunque introspettivo.
Una delle poche cose giuste che ho fatto in vita mia è smettere di fumare, e forse per questo Thank you for smoking mi è piaciuto.
Diretto dal canadese Jason Reitman, il film racconta il mestiere di Nick Naylor (Aaron Eckhart), portavoce dell'associazione dei produttori del Tabacco che grazie alle sue doti di affabulatore mette la sua faccia a disposizione delle gogne mediatiche ogni volta che il fumo è al centro di polemiche e campagne salutari.
In particolare, ad essere in gioco è un decreto per l'affissione di un teschio mortuario sui pacchetti di sigarette contro il quale l'associazione si batte.
Quello che più colpisce del film (tecnicamente ineccepibile e ben interpretato) è il fatto che apparentemente ci sembra di assistere ad una satira grottesca delle major (non solo del tabacco), mentre alla fin fine non è che una rappresentazione (quasi) fedele della realtà. Nick Naylor lavora affinché nonostante le inevitabili conseguenze mortali del fumo la gente continui a pensare che i produttori di tabacco hanno a cuore la salute dei consumatori. L'assurdo di questa situazione è una realtà tangibile e verificabile da chiunque abbia voglia di farsi un giro sul sito web della Philip Morris (www.philipmorris.com) dove, a differenza di qualsiasi sito aziendale, sono del tutto assenti immagini dei prodotti mentre dappertutto si descrive l'impegno dell'azienda per la prevenzione contro il fumo dei giovani. Un'ipocrisia formale molto vicina al cinismo che nel film pervade le discussioni a cena dei tre mercanti di morte che si sfidano a colpi di numeri di vittime di alcool, armi e sigarette.
Se il film non resterà nella storia del cinema, sicuramente sarà difficile dimenticare l'episodio della visita al produttore hollywoodiano con il quale Nick tenta di concordare un rilancio di fumatori positivi nelle pellicole d'azione. Una prassi consueta con tanti altri beni di consumo (telefonini, occhiali da sole, auto) appatrentemente non letali.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

è stato uno dei film migliori di quest'anno, senza dubbio. Eckart perfetto e una regia che serve un film cinico ma perfetta fotografia dei nostri tempi. Son d'accordo su tutta la disamina.

Anonimo ha detto...

Oooollà, finalmente l'hai visto!!!

;o)


BenSG

Anonimo ha detto...

La scena in cui il protagonista riesce a far sembrare che i veri protettori di un ragazzino malato di cancro sono le aziende del tabacco e' splendida : "non vogliamo che muoia, e' un nostro futuro cliente!" Bellissima :)