23 novembre 2006

The Nativity Show

di Ferdinando Carcavallo

Se c'è una cosa che mi piace dei distributori cinematografici italiani è la fantasia che hanno nel rinominare i film stranieri.
Ultimamente ci hanno regalato delle perle uniche come "Se mi lasci ti cancello", "Prima ti sposo poi ti rovino" e il magnifico sottotitolo del capolavoro di Scorsese "The Departed - Il bene e il male" scaturito dal nulla.
Sono davvero imprevedibili. Hanno creato uno stile, tantevvero che spesso ci si diverte ad immaginare il titolo che possono trovare ai film ancora in produzione, ma nessuna ipotesi per quanto bizzarra supera in stravaganza la scelta reale.
Sono così originali e pronti alla sfida che quando il gioco diventa troppo semplice rinunciano. E' il caso di Nativity, il nuovo e inutile ennesimo polpettone religioso americano in uscita a Natale 2006. Su questo titolo non hanno voluto intervenire, come se si trattasse di un termine intraducibile, come Scoop, Blackout o Crack per i quali non esiste un corrispondente in Italiano altrettanto efficace.
Il termine Natività è forse sembrato riduttivo e provinciale agli esperti di marketing che avranno ritenuto l'accezione anglosassone più vicina alla tendenze linguistiche del pubblico giovane. E così la nascita di Gesù Cristo, pardòn di Jesus Christ, assume quella desinenza in -ity che va tanto di moda, come Reality, Mobility, Community e Ridicolity.
Nando Mericoni (Un americano a Roma) avrebbe brindato alla Nativity con "Scotch Wiskhy del Cansas City...ammazza che porcheria, aò.... ".


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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Avrei proposto "Se mi nasci, ti cancello" (pensando ad Erode)

Kinemazone ha detto...

Grandioso... ;-)

Anonimo ha detto...

A parte tutto vorrei precisare che il bimbo che vedete nella scena della nascita si chiama Simone e vive ad Acquaviva delle fonti in prov. di bari...oggi e un bel bimbo di 2 anni!