di Ferdinando Carcavallo
Sere fa, mentre guardavo il triste Ti odio, ti lascio, ti... la situazione della coppia scoppiata costretta per necessità a condividere l'appartamento mi ha fatto venire in mente Separati in casa, l'ultimo (non eccelso) film di Riccardo Pazzaglia. In particolar modo ho ricordato la scena in cui il compianto regista-attore-scrittore-paroliere napoletano intonava "Me ne vado a fare il guru" con quell'aria disincantata e sorniona che riusciva a trasmettere in tutto quello che faceva.
Al cinema lo ricorderemo soprattutto per la ormai mitica scena del "cavalluccio" in Così Parlo' Bellavista di Luciano de Crescenzo, ma Pazzaglia è stato anche un non prolifico regista, andato a segno con L'Onorata società e Farfallon, rispettivamente primo ed ultimo film della coppia Franchi-Ingrassia.
I napoletani lo ricorderanno anche per i suoi articoli domenicali sul quotidiano "Il mattino", quella rubrica Specchio ustorio in cui ci raccontava la sua visione del mondo attraverso aneddoti in bilico tra vero, falso e probabile, permeati di equilibrato buonsenso taoistico che li rende ancora oggi dei piccoli gioielli di scrittura umoristica.
Attivissimo anche nella scrittura televisiva, collaborò attivamente alla creazione di quanto di meglio sia stato prodotto finora dalla nostra televisione, che oggi il Dott. Pazzaglia non esiterebbe a giudicare con quel lento ma inequivocabile gesto della mano che lo rese famoso: il livello è basso.
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