25 ottobre 2006

E' morto Bruno Lauzi

Al pranzo di gala di Babbo Natale

Al pranzo di gala di Babbo Natale
c'era il fior fior della gente importante,
ma fra tanta gente già poco normale
c'erano un orco, una fata e un gigante.

Coro:
C'erano un orco, una fata e un gigante.

La fata brutta, non intelligente
quando arrivò prese subito i fischi
per sopportare di star tra la gente
dovette bere due litri di wisky!

Coro:
Dovette bere due litri di wisky!

L'orco che invece amava la zuppa
come cucchiaio si scelse una zappa
così facendo ne rovesciò troppa
per consolarsi si diede alla grappa!

Coro:
Per consolarsi si diede alla grappa!

Terzo arrivato fu l'uomo gigante
che aveva voglia di un buono spuntino:
si mangiò il tavolo del ristorante
e si scolò trenta botti di vino!

Coro:
E si scolò trenta botti di vino!

Incominciarono a dir parolacce
sotto gli sguardi stupiti di tutti
e poi cantarono due canzonacce
accompagnate da gesti un po' brutti!

Coro:
Accompagnate da gesti un po' brutti!

A questo punto il buon Babbo Natale
li prese tutti e li mise in un pozzo
per punizione staran lì un bel pezzo,
forse usciranno quest'altro Natale!

Coro:
Forse usciranno per Carnevale!
Forse usciranno quest'altro Natale!
Forse usciranno per Carnevale!
Forse usciranno quest'altro Natale!
Forse usciranno per Carnevale!
Forse usciranno quest'altro Natale!
Forse usciranno per Carnevale!
Forse usciranno quest'altro Natale!

www.brunolauzi.com

3 commenti:

Anonimo ha detto...

:o(


BenSG

Anonimo ha detto...

un grande
r.i.p

Anonimo ha detto...

(1)

Bruno Lauzi mi fa venire in mente il teatro di Sabbath
a metà strada tra Drenka e Madeline, che è quella giovane donna
con la cicatrice al polso, la bella bionda alta e ingobbita
che prima di cena aveva spiegato a Sabbath
dov’era Roderick House
e che in quella splendida serata autunnale
lei che è una paziente ad alto rischio
che dopo il tramonto non può uscire
essendo uscita dall’Unità di Terapia Intensiva
solo da una settimana
così senza tette e la variabilità delle tette
ci sono donne che hanno le tette dieci volte
le tette di Madeline o anche di più
come Drenka l’amante croata di Sabbath che da Split
era emigrata a Madamaska Falls(pop.1109) nel New England
ed è questo il punto, forse come cantava “Genova per noi”
che è una canzone di Paolo Conte, che venne alla Biennale di Poesia
di Alessandria e Bruno Lauzi no
e Madamaska Falls che non è nemmeno Topanga Canyon
dove è nata Amy Smart(3.26.76) che è come un personaggio
di Philip Roth, più matura e più immatura dei suoi anni
un po’ vola in “Rat Race”(2001) ed ha nell’arco del camminare
di soppiatto per rubare benzina da un’auto della polizia
con quei pantaloni da aviatrice e il tubo di gomma
la ragione del suo esserci ,
c’è sempre il modo più semplice per spiegare qualsiasi cosa
la risposta a tutte le domande, il Prozac o l’Edipo
tutta questa falsa introspezione, non sarebbe più interessante
se a variare fosse il numero dei seni?



(2)
c’è questo in Madeline, quella che lei chiama,leggendo
Erik Erikson, la sua “meta di crescita”
e la sua vita che non le sembra mai reale
anche quando Sabbath le disse:Voglio rivederti,
un po’ come avveniva all’inizio degli anni ottanta
mi ritrovavo spesso Bruno Lauzi sotto i portici di via Cernaia
o già in via Micca con la sua chitarra che,
uscendo dalla Biblioteca Civica in via della Cittadella,
vedevo prima dei suoi capelli bianchi
e quasi un cenno, un sorriso, che restava sospeso
quando ci incrociavamo, come se un po’ di Caproni
fosse Genova per noi
a Torino dove scendeva a Porta Susa,pensa se Lauzi
avesse incontrato una schiodata come Madeline,una che
ha quell’aria di una bambina di prima elementare che
abbia imparato l’alfabeto in una scuola dove
come sillabario si usa l’Ecclesiaste
perché la vita è futile, un’esperienza spaventosamente orribile
ma l’importante è aver imparato a leggere



da:V.S.Gaudio, Il bolero di Madeline e Bruno Lauzi sotto i portici di via Cernaia a Torino, "Lunarionuovo"n.17,casa editrice Prova d'Autore,Catania novembre 2006