29 settembre 2006

A proposito di Brian


di Ferdinando Carcavallo

Oggi è il gran giorno. Il giorno in cui anche i comuni mortali potranno vedere l'ultima opera del più grande regista cinematografico vivente, l'immortale Brian de Palma. Su Black Dahlia film, sul libro di Ellroy, sugli attori e sul mistero di Elisabeth Short è stato detto fin troppo, e dire altro senza prima vedere il film è del tutto inutile. Magari si può prendere l'occasione per dare un'occhiata a quello che il futuro del regista americano ha in serbo per i suoi affezionati.
Per il 2007 De Palma dirigerà Colin Firth e Juliette Binoche in Toyer un thriller-horror che racconta di uno psicopatico che per hobby lobotomizza giovani donne. Il film sarà girato a Roma e Venezia e nel cast sono previsti anche Giancarlo Giannini e Caudio Amendola.
Il 2008 sarà l'anno di Capone's rising, un film sulla fortuna e il declino del più famoso gangster di tuti i tempi visto da molti come il prequel de Gli intoccabili, ma a tutti gli effetti un film a sé. Ad impersonare il romantico bandito degli anni '30 non sarà, purtroppo, il Robert de Niro di chiachiere-e-distintivo, mentre più volte negli ultimi anni si è fatto il nome di Joaquin Phoenix.

Che dire? Per il film del 2007 si potrebbe avere tanto un capolavoro alla Carrie quanto una delusione (sempre nei limiti dell'eccelenza) come Doppia personalità, mentre il gangster movie dell'anno successivo difficile mantenersi ai livelli di The Untouchables, in cui si era creata una magica alchimia tra De Palma, De Niro, Connery e Costner al massimo del loro splendore, ma il vecchio zio Brian ci ha abituato alle belle sorprese (Femme Fatale, Mission to Mars).


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24 settembre 2006

Crimini in televisione

Se per i telefilm dell'Ispettore Coliandro abbiamo dovuto aspettare quasi due anni prima di vederli in tivvù, speriamo che la stessa sorte non tocchi ai minifilm tratti dai racconti del best seller Crimini che due anni or sono ha colorato di noir le estati letterarie degli italiani. Gli episodi sono otto, mentre nel libro erano nove. Manca clamorosamente l'adattamento de Il mio tesoro di Niccolò Ammaniti mentre quello firmato Carlo Lucarelli (Rapidamente) è in realtà tratto da Medical Thriller, in quanto quello della raccolta - Il terzo sparo - fu scritto troppo in ritardo rispetto all'inizio della produzione , precedente alla pubblicazione del libro(ce ne parlò lo stesso Lucarelli).
A dirigere i minifilm saranno i Manetti Bros., con ben tre presenze, Monica Stambrini, Gianfranco Cabiddu, Stefano Sollima, Andrea Manni e Federica Martino mentre tra le star dello schermo che potremo apprezzare ci sono Lina Sastri, Rolando Ravello, Giampaolo Morelli (se ci sono i Manetti?) e Andrea Renzi. La produzione è firmata Rodeo Drive e Rai Fiction e i film sono già pronti. Adesso che il regime di concorrenza sembra ristabilito tra Rai e Mediaset pare che non mancherà molto alla messa in onda (si parla del 22 novembre), anche se si punta molto sul mercato Home Video.
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18 settembre 2006

Angel-A

di Ferdinando Carcavallo

Pare che questo sia l'addio di Luc Besson alla professione di regista. Come lui stesso ha dichiarato, infatti, l'ex ragazzo prodigio del cinema francese non girerà mai più nemmeno uno spot. Ma proprio un lungo spot è questo Angel-A, storia di un angelo custode che nell'impersonificazione di una prostituta scende sulla terra ad aiutare il suo protetto da una serie di guai, innamorandosene fino a perdere l'immortalità. Girato in un elegantissimo bianco e nero, questo "Il cielo sopra Parigi" è un lungo book fotografico di Rie Rasmussen, bella e imponente fotomodella-attrice danese protagonista di Angel-A e attuale compagna di Besson.
Certo, il buon Luc per l'ex Mila Jovovich aveva confezionato opere dal respiro (e dalle ambizioni) molto più ampie come Il quinto elemento e Giovanna d'Arco, ma nel caso di Rasmussen ha voluto essere più minimalista, europeo e colto (le citazioni a Wenders non si contano) dal momento che la bella stangona ha velleità autoriali con all'attivo due cortometraggi di cui uno (Il vestito) prodotto in Italia.
Favoletta triste, buoni sentimenti e lieto fine pongono questo film nella filmografia di Besson agli antipodi di Leon e Nikita.
Un film poco ispirato, quasi un atto dovuto (un pegno d'amore?) ma comunque portato a compimento con stile (e ci mancherebbe).
La scena del volo di rientro dell'angelo è un vero gioiello di montaggio e fotografia.

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15 settembre 2006

Young Schwanzstucker

di Ferdinando Carcavallo

A metà strada tra i fumetti animati di SuperGulp (Alan Ford e Sturmtruppen) e le nuove frontiere del cinema di animazione di A Scanner Darkly, il nuovo corto di Entropia Ent. (quelli di delikatessen) - per ora disponibile alla visione solo di una ristretta cerchia di fortunati - rende omaggio al capolavoro comico di Mel Brooks Frankenstein Junior, riprendendone e sviluppando un concetto fondamentale: avrà un enorme schwanzstucker!?.
La storia è quella di Ben, giovane cinefilo che, pur non essendo imparentato con il mitico scenziato svizzero, decide di emularne le gesta per soddisfare le legittime istanze della poderosa compagna di letto. Inutile dirvi il corpo di chi cerca di rianimare e crudele sarebbe raccontarvi l'epilogo.
L'interpretazione di BenSG (qui accreditato come tal Corrado non-so-che) è molto credibile, grazie al metodo Stanislavskij adottato negli ultimi due anni per entrare appieno nella parte.
Grandi le prove recitatve di Ale la poderosa, e non solo quelle.
Belot è perfetto nell'interpretare se stes(s)o, mentre Garbo, in futuro, farebbe meglio ad utilizzare un po' di trucco quando recita.
DA TENERE: Qualcosa di liofilizzato in casa nel caso la pizzeria fosse chiusa.
DA BUTTARE: La spazzatura assolutamente, che oggi la piccola ha dato il meglio di se in fatto di pannolini sporchi!
P.S.: Ho riso dall'inizio alla fine, se questo può essere un criterio di valutazione.
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11 settembre 2006

Notte prima degli esami

di Ferdinando Carcavallo

Grande equivoco! Avevo sentito parlare di questo film e del successo inaspettato, ma avevo confuso il nome del regista Fausto Brizzi con quello dello scrittore Enrico. Pensavo si trattasse della stessa persona. Quando ho visto la foto del regista (il quale mi ha fatto subito tenerezza perchè ha stampata la stessa espressione di mia figlia di 5 mesi quando fa quella grossa) ho pensato "pero', come si è imborghesito", ma nessun sospetto di aver preso fischi per fiaschi.
E quindi eccomi ieri pomerigio alla visione di Notte prima degli esami in DVD. Dopo la prima scena il pensiero a Jack Frusciante è uscito dal gruppo è stato quasi immediato. L'ambientazione adolescenziale e i toni combaciavano, anche se la scelta della colonna sonora decisamente poco Red Hot e una Roma al posto di Bologna allontanavano parecchio dal modello letterario. Andando un po' avanti, le concessioni referenziali a miti '80 tipo Ragazzi della terza C, College, Sposerò Simon Le Bon e lo stesso Faletti-DriveIn mi hanno fatto sorgere un ragionevole dubbio.
Ma quale Enrico Brizzi! Stavo guardando l'opera prima del soggettista dei film di Natale di Neri Parenti. Presa coscienza di ciò che fare? Interrompere?
Eh no. L'errore era mio e mi dovevo sorbire le conseguenze. Se non altro un tuffo negli anni della mia adolescenza mi avrebbe appagato.
Beh, più che un tuffo nell'adolescenza è stato il ritorno di un incubo. Atmosfere televisive(fotografia compresa) , facce e dialoghi da spot delle merendine mi hanno nauseato per la loro veridicità.
Fedelissima ricostruzione del cinema di serie B degli anni '80, fantasiosa ricostruzione di tempi in cui i giovani stavano riprendendo coscienza della dimensione sociale in cui vivevano. I ragazzi di NPDE sono quelli che la TV del biscione avrebbe voluto che fossero.
Ma per fortuna eravamo diversi.
Peggiori, semmai, ma diversi.
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08 settembre 2006

Niente festival, ma opere di bene.

di Ferdinando Carcavallo

La polemica tra i festival di Venezia e quello di Roma - nella quale mi guardo bene di entrare - mi ha fatto riflettere su una cosa: ma in un paese in cui il cinema di casa è continuamente umiliato e bistrattato da distribuzione e critica, ha senso spendere tanto per i festival?
Non c'è località italiana che non organizzi un festival del cinema. Venezia, Roma, Locarno, Giffoni, Napoli, Salerno, Torino, Milano, Aosta sono solo alcune delle città in cui hanno luogo le manifestazioni più di richiamo, ma la lista potrebbe essere ancora molto lunga. Rimanendo in Campania (una delle località dove è più difficile occuparsi di Cinema) abbiamo: Napoli Film Festival, Salerno Film Festival , Ischia film festival, Ischia Global Fest, Giffoni film festival, Festival di Procida, Festival di Capri e poi chissà quanti altri.
Tutte queste degnissime manifestazioni attingono in parte da fondi pubblici, ma in fondo a cosa e a chi servono?
Servono a sponsorizzare il cinema italiano? Mah...molto spesso l'enfasi è soprattutto rivolta alle produzioni straniere.
Servono a far vedere film di autori esordienti? Non direi. Per lo più sono sempre gli stessi nomi che girano di città in città.
Servono a diffondere la cultura cinematografica? Nemmeno, dal momento che sono frequentati quasi esclusivamente da addetti ai lavori (produttori, giornalisti, distributori) e mezze cartucce dello spettacolo in cerca di sponsor.
E se si facessero due conti per tagliare un terzo dei finanziamenti e li si destinassero alla produzione e distribuzione di opere cinematografiche meritevoli?


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07 settembre 2006

E adesso tocca a noi!

di Ferdinando Carcavallo

La prossima stagione cinematografica - opinione personale - ha tutte le carte in regola per essere dominata, sul piano qualitativo, dal cinema italiano.
Veterani come Amelio (La stella che non c'è), Torre (Mare Nero), Tornatore (La sconosciuta), Sorrentino (L'amico di famiglia), Crialese (Nuovomondo) e Martinelli (Il mercante di pietre) affiancati dagli attesi esordienti come Mariantonia Avati (Per non dimenticarti), Cimpanelli (Baciami piccina) più l'emigrante Muccino (ma sì, anche lui) hanno tutti in serbo opere di un certo impegno e rilievo con le quali potrebbero ridare luce a questo nostro onorato cinema. Ovviamente, questi artisti possono fare ben poco se non supportati dalla distribuzione. Visti i recenti trascorsi non mi aspetto che i distributori facciano sacrifici per valorizzare il nostro cinema (non ce l'hanno proprio nel DNA un carattere del genere) ma che almeno non lavorino in senso inverso umiliando le nostre produzioni come nel recente passato.
Vedremo... magari nei cinema.
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04 settembre 2006

02 settembre 2006

Minchia Coliandro! Almeno avverti

di Ferdinando Carcavallo

Non ho fatto a tempo nemmeno ad accedere al mio Blog per dare sfogo al disappunto per la messa in onda improvvisa e senza un minimo di informazione preventiva de L'ispettore Coliandro che ho trovato una miriade di lamentele analoghe, a cominciare da Desordre e Emanuela Zini con le quali più di tutti mi sento solidale.
Bando alle polemiche sulla palese volontà di Raidue di disdegnare prodotti di qualità umiliando con collocazioni di sicuro insuccesso quelli che gli capitano per caso (vedi anche Buttafuori), passiamo a parlare del serial.
I toni del telefilm (mi piace molto definirlo così) sono più pacati dei romanzi, e del resto per andare in televisione un piccolo compromesso bisogna farlo, ma lo spirito è rimasto quello lucarelliano originale. Parlata rude, corruzione a go go e scorrettezza sono alle basi del Coliandro televisivo, e la regia dei Manetti Bros. è come sempre "sfiziosa", anche se gli interminabili girotondi di dolly sui dialoghi dopo un po' stufano (o portano nausea).
Bellissima le citazioni cinefile. Nel terzo episodio (In trappola) c'è un bell'omaggio a Totò e Fabrizi di Guardie e ladri (il ladro che scappa dal cesso con il pulotto fuori la porta) mentre nel secondo (Vendetta cinese) abbondano i tributi all'exploitation italiana der Monnezza (anche se a qualcuno è potuto sembrare Tarantino).
Ottimi Silvestrin e Logan, molto ispirato il primo e naturalmente sexy la seconda, mentre il protagonista Morelli, per quanto piacevole, l'ho trovato un po' troppo smorfioso. Il ghigno all'Alberto Sordi lo avvicina piuttosto al Bonolis delle pubblicità del caffè. Product Placement?
Per chi non lo sapesse, l'Ispettore Coliandro va in onda su RaiDue il martedi e il giovedi alle 21:00.
Per fortuna che c'è il tanto famigerato peer-to-peer per recuperare le puntate perse.

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Lulu? Oui, c'est moi.

di Ferdinando Carcavallo

Ho trovato un editore disposto a pubblicare e distribuire il mio nuovo romanzo lasciandomi tutta la libertà che voglio e senza obbligo di acquisto di nemmeno una copia. Chi è? Beh, chi potrebbe essere se non me stesso?
Il mio due punto zero è nato completamente on line. E’ stato scritto e revisionato utilizzando strumenti on line di scrittura e oggi viene stampato e venduto sempre attraverso la rete.
Quest’ultimo passaggio è stato reso possibile da Lulu.com, un servizio di editoria e distribuzione on line che permette, a zero spese, di pubblicare le proprie opere (libri DVD, CD, eBook, Calendari, fumetti) e venderle on line riscuotendo una percentuale di diritti d’autore a piacimento. Lulu stampa le copie dei libri on demand, ossia per ogni ordine, e vi assicuro che la qualità delle stampe è davvero ottima. L'autore conserva la proptietà totale sulle opere. La SIAE in questo giro non c'entra nulla, in quanto Lulu è un portale americano e valgono le regole di diritto cd'autore vigenti negli USA, chiaramente esposte sul sito.
Con una piccola spesa aggiuntiva, inoltre, Lulu rilascia anche un codice ISBN cosicché è possibile vendere l’opera anche su portali come Amazon e Barnes&Nobles.
Il catalogo italiano di Lulu è già abbastanza fornito. Certo non troverete Lucarelli, Ammaniti e Camilleri (per ora) ma sicuramente per gli emergenti è un ottima occasione per pubblicare e non farsi sfruttare da pescecani dell’editoria che spesso nemmeno leggono i manoscritti proponendo pubblicazioni a patto di acquisto di un numero di copie da parte dell’autore. Almeno con Lulu.com non spendi nulla. Sta all’autore, poi, promuovere e far conoscere l’opera.
Ritornando a due punto zero, lo volevano in molti ma poi per non scontentare nessuno...

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