18 agosto 2006

Superman returns (santo subito!)

di Ferdinando Carcavallo

Cominciamo subito col dire che Spiderman 2 (secondo il sottoscritto) continua ad essere il miglior comic-movie della storia del cinema.
Tranquillizzàti Raimi e Stan Lee, ora possiamo dire che Superman returns è davvero un film sconvolgente dal punto di vista visivo. Bryan Singer osa l'inosabile e soddisfa appieno le aspettative dei fans del fumetto e degli amanti del cinema spettacolare. Girare un film su Superman, del resto, è un'occasione unica per sbizzarrirsi in scene oltre i limiti del possibile e nel totale disprezzo delle leggi fisiche, perchè il presupposto è che "Superman può fare tutto ed è indsistruttibile" (la kriptonite in questo sequel pare sia più un problema freudiano che fisico per il complessato Nembo Kid). Ecco quindi che godiamo e ci divertiamo un mondo nel vedere Superman che afferra per il muso a pochi metri dal suolo un jet in picchiata sullo stadio gremito per poi poggiarlo pian piano per non farlo rompere, o quando esce dall'atmosfera terrestre come dalla porta del bagno mettendosi in ascolto delle voci di tutto il pianeta, con una connotazione divina che ricorda la famosa foto dell' Occhio di Dio scattata dalla NASA.
La storia è completamente in linea con la filosofia DC Comics, con Lex Lutor (un fascinosissimo Kevin Spacey, che non è Gene Hackman, ma...oh!) che vuole il male di tutti a causa dell'odio per Superman e quest'ultimo che è permeato dalla convinzione della missione di salvaguardare la vita del pianeta.
E la differenza tra il Superman di Brandon Routh e quello interpretato da Christopher Reeve è proprio in questa rilettura religiosa del mito. Le catratteristiche "mortali" del supereroe sono ridotte al minimo. Il matrimonio con prole di Lois Lane contribuisce anche a privarlo quasi del desiderio sessuale, per cui Clark non ha più nessun motivo di resistere alla vocazione.
E proprio per questa sua connotazione di onnipotenza, di essere così superiore (ricordate l'analisi tarantiniana di Kill Bill 2) alla fine il personaggio di Superman resta quello di un tempo, ossia di eroe freddo e anche (impressione del tutto personale) poco moderno, come quello B&N di George Reeves. Lo so, non ci si può aspettare che lo spettatore si immedesimi in un supereroe, ma i Marvel (di carta e di luce) ci hanno abituati a degli eroi molto più umani, che ci vuoi fa'?
Se nella scena in cui la folla dello stadio lo acclama vi sembrerà di sentire "allelujah", rassicuratevi: è solo suggestione.

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì, vabbè, ma ora però ci devi dire come lo hai visto, eh! Grazie al solito asino..? Ma lo hai visto in lingua originale o doppiato?

BenSG

Kinemazone ha detto...

Ma quante cose voi sape'? L'ho visto in lingua oriinale...Inglese, mi pare.

Anonimo ha detto...

Ah, non in kriptoniano, ok...

;o)

BenSG

Anonimo ha detto...

Come fai a dire che "Spiderman 2" è il non plus ultra...? L'ho trovato così noioso... Credo che il miglior film in assoluto in tema supereroi sia sicuramente Gli Incredibili... Dopo, tutto perde senso (eheheheh).


Compagnuccio Simon

Anonimo ha detto...

Il film non vale la pena l'ho visto in lingua originale, secondo me la solita storiella condita solo di effetti speciali.

Il Ritorno di Superman - Superman Returns

Anonimo ha detto...

Più che un eroe freddo e superiore, il nuovo Superman mi è parso soprattutto malinconico. Scoprire che Lois ha un fidanzato e un figlio lo sorprende e lo ferisce ancora più della kryptonite e del premio vinto dalla donna che ama per l'articolo "Perché il mondo non ha bisogno di Superman".

Tutta la storia del parallelo con il messia, suggerita dallo stesso Bryan Singer prima dell'uscita del film, secondo me è alquanto forzata. E' vero, la voce di Jor-El invita il figlio ad essere una guida, una specie di dio per i terrestri e c'è una specie di sua morte e resurrezione. Però non vedo in Superman alcuna velleità da essere superiore, se non quella di usare i suoi poteri per soccorrere chi ha bisogno di aiuto. Ed il moltiplicarsi dei suoi interventi su tutto il pianeta, sembra quasi la reazione di un uomo disperato che si butta a capofitto nel lavoro per dimenticare i problemi personali che non una scelta dovuta al suo essere quasi onnipotente.

Ma basta con queste analisi. Ho visto il film ad una delle numerose anteprime e mi sono divertito tantissimo. Sapevo che Singer aveva scelto di conservare il main theme dei precedenti film, ma il risentirlo in sala sui titoli di testa mi ha dato i brividi. E quando alla fine del primo straordinario salvataggio la gente di Metropolis lo applaude e lo acclama... beh, non ho problemi a dire che mi sono emozionato e commosso come il bambinetto che ero quando vidi al cinema il primo film con Christopher Reeve.

Brandon Routh mi ricorda molto il compianto Reeve, soprattutto nel ruolo di Clark e per il suo sguardo pulito da bravo ragazzo della porta accanto. Lode a Bryan Singer per averci restituito il mito di Superman!

Mr.Onion