31 luglio 2006

The Black Dahlia: il trailer

Eccolo! E' proprio lui!
Il trailer del film (da me) più atteso degli ultimi cinque anni.
Il maestro Brian De Palma sta lavorando a questo film da subito dopo il flop di Femme Fatale (comunque un capolavoro).
Tratto dal best seller di James Ellroy (scrittore già culto per i cinefili per L.A. Confidential) il film racconta l'indagine (fantasiosa) sull'omicidio di Betty Short (reale), aspirante starlette della Hollywood anni '40 trovata seviziata e mutilata nella periferia di Los Angeles. Il suo cadavere troncato in due parti è una delle immagini più crude e inquietanti della dark side dello show business americano.
Lessi il libro di Ellroy due estati fa, non appena seppi del futuro adattamento di De Palma, accompagnando la lettura con immaginari set fatti di lenti bifocali, rallenty, split screen e interminabili piani sequenza tipici del maestro del New Jersey.
Un capolavoro nella mia mente che tra poco dovrà confrontarsi con quello reale, per uscirne felicemente sconfitto.

Guardiamoci il trailer (mentre scrivo io non l'ho ancora fatto) e stiamo attenti alle programmazioni delle nostre città. Niente di più facile che il distributore nostrano lo scambi per un filmetto da quattro soldi e lo tenga fuori solo tre giorni.

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Cinema live ad Aosta

Dal 3 al 12 agosto 2006 si svolgerà ad Aosta la quinta edizione del Festival Internazionale del Cinema Muto Musicato dal Vivo, promosso dall’Associazione Culturale Strade del Cinema di Aosta, che vuole rendere omaggio alla pratica della musicazione “live” di pellicole d’epoca. Musiche originali, cioè composte per l’occasione, accompagneranno la proiezione di capolavori del cinema delle origini. Dopo Charlie Cahplin, Charlie Chase, Buster Keaton, l’edizione 2006 è dedicata alla comicità dell’occhialuto HAROLD LLOYD.

Non solo un Festival, la manifestazione, tra le più importanti rassegne del genere in Europa, è una finestra aperta sulle arti e gli artisti. Dalla musica, che rimane protagonista e regina, alle arti visive, dalla formazione all’esibizione, dai giovani emergenti (dieci i finalisti selezionati tra gli oltre 120 iscritti) ai prestigiosi “big: Stefano Battaglia, Aldo Romano ed Ezio Bosso, oltre alla straordinaria partecipazione del “pianista nomade” Marc Vella, artista francese che viaggia a bordo di un bus speciale, modificato per trasportare un pianoforte e permettere a Vella di suonare ed essere visibile e ascoltabile anche durante la marcia. Il viaggio è una sorta di pellegrinaggio attraverso villaggi piccoli e sperduti, con lo scopo di portare la musica dove normalmente non andrebbe. Ovviamente Vella partirà da Parigi alla volta di Aosta per un altro straordinario viaggio con e per la musica.
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26 luglio 2006

Freedom for Coliandro

di Ferdinando Carcavallo

Coliandro in tv è un ossimoro. Il poliziotto più politicamente scorretto e bieco della letteratura noir non può venir rappresentato fedelmente in una fiction televisiva. Qualsiasi tipo di censura sul carattere dell'ispettore ne traviserebbe la natura ed il fascino. Razzista, maschilista, egoista e scostumato com'è è difficile immaginarlo alla stregua di Montalbano o dei colleghi dei commissariati di Napoli (La squadra) o Roma (Distretto di Polizia). Difficile ma non impossibile, non quando a trattare il caso sono i Manetti Bros, registi di tendenza che quest'inverno hanno sorpreso con un thriller veramente fatto bene come Piano 17 (dove 17 è anche il numero delle sale che lo hanno proiettato). In un intervista di un anno fa Carlo Lucarelli ci aveva parlato di questo progetto al quale, a differenza di altre esperienze cinematografiche, aveva partecipato attivamente. Allora le puntate del L'ispettore Coliandro erano già pronte da un mese, ma la programmazione Rai non si decideva a mandarle in onda per motivi sempre diversi, ultimo il fatto che il protagonista Gianpaolo Morelli compariva anche come interprete di una fiction mediaset che in nessun modo doveva essere danneggiata. Oggi che Mediaset si è tolta dai coglioni in Rai, ecco lo sdoganamento su Rai2 a settembre. Allelujah!

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24 luglio 2006

Prove di morte per Kurt Russel (Grindhouse update)

E si torna a parlare di Grindhouse, stavolta con una parvenza di concretezza.
L'ultima notizia era la firma del contratto della cantante Fergie scelta come Scream Queen dalla coppia Tarantino & Rodriguez.
In questi giorni invece è stato reso noto dallo tesso Tarantino il nome del protagonista del suo episodio "Death Proof". Si tratta di Kurt Russel, già star del cinema di genere degli anni '80, attore feticcio di John Carpenter e celebre per essere stato il mitico Iena Plissken in 1997-Fuga da New York e recentemente rispolverato con Sky High.
Russel sarà per Tarantino uno pricopatico teen-killer, specializzato nel massacro di ragazzine tutto sesso droga e R&R, come nella tradizione degli Slasher Movie, sottogenere horror nato (forse) con Non aprite quella porta e arrivato fino ai nostri giorni con Hostel e La casa del Diavolo.
Un po' più incerto è la notizia sulla data di uscita, si parla del 6 aprile 2007 per gli USA, ma a quanto pare Quentin non ha ancora iniziato le riprese.

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19 luglio 2006

L'amico di famiglia

Una volta, in Siberia, c’erano decine di gradi sotto zero, durante una gita che somigliava ad una deportazione, io me ne stavo aggrappato alla poltrona dell’autobus con trentotto di febbre.
Ma loro no.
L’autobus si è fermato e loro non hanno battuto ciglio, lei molto anziana, il figlio anziano quasi quanto lei.
Se ne sono fottuti di tutto. Volevano fare la passeggiata nella tundra. Hanno sfidato un freddo feroce, mano nella mano, e quasi pattinando al ralenti sul ghiaccio sono scivolati intimi, di spalle, in mezzo agli alberi innevati e al niente bianco della Siberia. Quando sono risaliti sull’autobus, allegri e congelati, lui si è messo a parlare con un’altra gitante, un’altra disperata come lui e allora io ho guardato solo la madre. Si era chiusa in un tetro risentimento. Una mummia gelosa e densa di rabbia. Stava pensando, ne sono sicuro, di aver perso, in un colpo solo, il figlio ed il fidanzato.
Questo film è nato così, guardando di sbieco, per un attimo, un rapporto morboso, malato, degenerato e al tempo stesso comico. E mi è parso subito un doppio salto mortale fare un film che fosse al tempo stesso malato e leggero, comico e drammatico in eguale misura. E con giocosa incoscienza mi sono lanciato in quello che sempre, a mio parere, dovrebbe essere un film: un salto mortale.
Meglio se doppio, o triplo. Come certi tuffi difficili. Un tuffo dentro l’uomo e la sua degenerazione.
Che poi sono una endiadi.

Paolo Sorrentino

L'amico di famiglia esce il 15 settembre


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Fur

di Ferdinando Carcavallo

Nicole Kidman sarà Diane Arbus nel film Fur (Pelliccia) di Steven Shainberg (e non Spielberg come riportato da qualcuno) sulla vita della fotografa americana scomparsa nel 1971.
Diane Arbus è una delle più apprezzate artiste moderne nota come la fotografa dei mostri in quanto sono celebri i suoi ritratti di freaks (nani, giganti, fratelli siamesi) ma anche di outsiders di ogni genere come travestiti e prostitute o di poveri cittadini ripresi nel loro contesto, in atteggiamenti fieri che testimoniano una consapevolezza dell'essere diversi che disorienta l'osservatore.

L'estetica e la poetica della fotografa americana è sintetizzata in un suo celebre aforisma che recita: "Molte persone vivono nel timore che possano subire qualche esperienza traumatica. I freaks sono nati con il loro trauma. Hanno già superato il loro test, nella vita. Sono degli aristocratici."
Diane Arbus morì suicida a 38 anni e il cinema ha già avuto modo di omaggiarla prima con Stanley Kubrick che in Shining rappresento' le gemelle fantasma ispirandosi alla celebre foto "Identical Twins", e poi con Tim Burton il cui personaggio Karl di Big Fish ricordava molto il gigante ebreo della foto "Jewish Giant at Home with His Parents".

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18 luglio 2006

The prestige

Eccolo qua, l'attesissimo nuovo film di Christopher Nolan è pronto per entrare nelle sale.

Ad interpretare The prestige sono due ex-supereroi, ossia Christian Batman Bale e Hugh Wolverine Jackman, affiancati dal redivivo Michael Caine, l'inevitabile Scarlett Johansson e l'ex popstar David Bowie.

La storia racconta della rivalità tra due prestigiatori della Londra Vittoriana i quali si sfidano a realizzare la magia più sorprendete. Tale corsa alla realizzazione dell'impossibile li porterà a mettere a rischio la loro vita e quella delle loro assistenti e a coinvolgere lo scienziato Nikola Tesla, il cui Philadelphia experiment nel corso del quale avrebbe fatto scomparire dalla capitale della Pennsilvanya la nave Eldridge per farla ricomparire istantaneamente a Norflok, è ancora oggi una delle più controverse leggende della scienza moderna.

Il film uscirà in ottobre negli usa e su web è già disponibile il primo
trailer.
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Il mistero di Lovecraft il 1 agosto in DVD

di Ferdinando Carcavallo

Sembra proprio che il futuro del cinema italiano sia fuori dalle sale. Dopo la rottura del ghiaccio di Dario Argento (Ti piace Hitchcock?) e Alex Infascelli (H2Odio) il "vizio" del DVD ha contagiato tutti, grandi e piccoli: prima Lamberto Bava con il truculento The Torturer, poi è stata la volta di Eros Puglielli con l'enigmatico AD Project.
Oggi tocca ad una vechia conoscenza di KinemaZOne, ossia Il mistero di Lovecraft di Federico Greco e Roberto Leggio la cui distribuzione in DVD (Raro Video, 01 Distribution) arriva dopo un glorioso tour per le sale digitali di tutta Europa in cui ha raccolto premi di ogni tipo.
Il mistero di Lovecraft è un mockumentary (un finto documentario) che racconta le riprese di un documentario vero - anch'esso sul DVD - su un ipotetico viaggio in Italia dello scrittore americano H.P. Lovecraft.
Nonostante la 01 Distribution abbia voluito citare H2Odio nella pubblicità del DVD, Il mistero di Lovecraft è un film sostanzialmente diverso da quello di Infascelli, sotto diversi punti di vista. L'unico punto di contatto tra i due film è la modalità di distribuzione, in quanto il film di Greco e Leggio rappresenta in pieno la rivoluzione del cinema digitale essendo stato concepito come tale sin dalla fase di preproduzione. Il ritmo stesso del film e le inquadtrature sono pensate per una collocazione "leggera", da videoclub o da Home Video, mentre il film del visionario Infascelli è chiaramente un intrusione (opportunistica) in un mondo - quello digitale - al quale non appartiene, essendo caratterizzato da una cadenza lenta e una fotografia dark che conciliano la pennica in poltrona come poche altre visioni domestiche.
Non sto qui a recensire il film già visto un po' di tempo fa grazie alla generosità di Federico Greco, ma soltanto a consigliarvi ancora una volta di vedere Il mistero di Lovecraft e comunicarmi le vostre impressioni, anche solo per capire se il mio entusiasmo sia motivato o è soltanto un'ossessione...

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My father (Rua Alguem 5555)

A giugno è uscito questo film del 2002 diretto da Egidio Eronico con Charlton Heston e Murray Abraham che racconta gli ultimi giorni di contumacia del medico militare nazista Josef Mengele. Il dottor Mengele è tragicamente passato alla storia come il Dottor Morte per aver condotto per anni nei campi di concentramento nazista mostruosi studi su esemplari gemelli e nani di prigionieri. Gli esami e gli esperimenti di Mengele costituiscono il gradino più basso al quale l'umanità è arrivata nella storia. Una cosa è l'eccidio, un'altra il considerare i propri simili come cavie privandoli di ogni sorta d'umatità.
Il film My Father racconta dell'incontro del dottor Mengele, anziano e nascosto in Brasile, con il figlio avvocato abbandonato in Germania alla fine della guerra per rifugiarsi in Sudamerica. Il figlio, in realtà, vorrebbe deninciarlo alle autorità o convincerlo a consegnarsi spontaneamente, ma nonostante il tempo passato e le condizioni di salute precarie l'anziano aguzzino è ancora fiero e convinto delle sue idee razziste.
Il film racconta una storia vera ed è tratto dal romanzo autobiografico Papà di Peter Schneider, ma già nel 1978 il personaggio del dottor Mengele è stato protagonista di un film di Franklin J. Schaffner intitolato I ragazzi venuti dal Brasile con Laurence Olivier e Gregory Peck nella parte del criminale nazista.
La cosa interessante di questo film italo-ungherese-brasiliano è il fatto che ad interpretare Mengele stavolta sia stato chiamato Charlton Heston, fascista e razzista anche nella vita nonchè paladino del mercato delle armi (è presidente della NRA) e amico dell'altrettanto onorevolissimo George W. Bush (vedi intervista di Michael Moore in Booling a Colombine). Il film di Eronico è stato davvero una meteore nelle sale cinematografiche, ma credo valga la pena di essere visto, se non altro perchè si tratta di un film italiano dal resiro internazionale. Da recuperare al noleggio.
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13 luglio 2006

Ti lascio perchè ti amo troppo

di Ferdinando Carcavallo

L' eredità artistica di Massimo Troisi, non colta dal pur bravo Vincenzo Salemme, è ancora lì in attesa che qualcuno si dimostri degno di possederla.
Ogni tanto si affacciano alla ribalta comici napoletani di estrazione televisiva con velleità cinematografiche, ma affondano spudoratamente nell'anonimato e nell'indifferenza dopo un paio di scene (I ditelo voi, D'angiò e De Luca, Tartaglia, Biagio Izzo).

Alessandro Siani anzicchè provare a riempire il vuoto lasciato da Troisi, prova a ripercorrerne la carriera scrivendo e interpretando Ti lascio perchè ti amo troppo, film completamente basato su di lui in cui situazioni e personaggi sono solo pretesti per le battute del comico - proprio come nei primi 2 film Troisi - anche se al giovanissimo Alessandro manca quasi del tutto quella mimica e quell'aspetto sofferto che creava una magica linea di continuità tra Totò, Eduardo e il ragazzo di San Giorgio a Cremano.

Per la regia (alquanto invisibile) Siani si affida all'eterno emergente Martinotti, già responsabile della trasposizione del primo libro di Ammaniti Branchie e del concomitante debutto come attore di Gianluca Grignani. Martinotti costruisce a Siani una videobrochure - utile soprattutto alla promozione dell'attore molto attivo in teatro - e che che nonostante tutto, sfuggendo al pericolo di un'eccessiva iconografia napoletana, risulta alla fine un onesto e schietto lavoro. Nel film si ride e non certo per le situazioni comiche del tutto assenti ma per le battute e la spontaneità di Siani, il quale dimostra essere molto più raffinato e intelligente di quanto non appaia nelle performances televisive.

Il film, in definitiva, dà quello che ci si aspetta; non è cinema - ma lo era Ricomincio da tre? - ma un prodotto la cui collocazione home video sembra essere l'ideale.

Eredi di Lello Arena sono i due attori Francesco Albanese e Lello Musella (dei Teandrìa) i quali assolvono egregiamente il loro compito, mentre da Pino Daniele si è finiti a Sal Da Vinci (non quello del codice).
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11 luglio 2006

La terra

di Ferdinando Carcavallo

Ho già dichiarato in passato di apprezzare Sergio Rubini regista, anche se inevitabilmente nei suoi film accade sempre che l'entusiasmo iniziale venga poi smorzato da un ritmo che va via via afflosciandosi, tantevvero che spesso il regista ha introdotto nelle sue storie un elemento surreale a sostegno di una scenegiatura non tanto lineare (L'anima gemella, L'amore ritorna) che spesso indugia in quadretti sentimentalistici e malinconici del tutto decontestualizzati, tanto da sembrare delle interruzioni pubblicitarie.
La Terra, seppur non scevro di lungaggini e buchi narrativi, è sicuramente un film migliore degli ultimi due del regista attore pugliese. La storia del riavvicinamento di quattro fratelli della provincia pugliese (troppo diversi tra loro per dare la parvenza di una seppur disgregata famiglia) passa attraverso un fatto di sangue che vede vittima l'odioso e viscido usuraio Tonino (interpretato dallo stesso Rubini). Rubini ha avuto a disposizione forse uno dei migliori cast della stagione. Fabrizio Bentivoglio riesce sempre simpatico per il suo saper non essere divo, mentre Emilio Solfrizzi è ancora troppo televisivo per i miei gusti (sembra sempre il professore delle fiction mediaset). Un po' di spazio in più a quel bel pezzo di attrice di Claudia Gerini avrebbe sicuramente giovato (almeno al sottoscritto), mentre il ruolo antagonista di Rubini è forse una delle sue migliori performances, con la quale si fa perdonare alcuni gigionismi recenti dei quali non è stato l'unico artefice (Manuale d'amore, A.A.A. Achille, Denti).
In conclusione, La terra, oggettivamente tra i migliori film italiani di quest'anno, è ancora una volta un film di transizione; le vere potenzialità di questo regista, quelle intraviste nelle prime produzioni come La stazione e Il viaggio della sposa non sono state ancora espresse del tutto. Ma manca poco.

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10 luglio 2006

Dan Brown: Libri su un libro che non c'è

di Ferdinando Carcavallo

Com'è noto, non solo le sale cinematografiche d'estate si riempiono di film vecchi spacciati per nuovi ma anche le librerie. E' il caso emblematico di Dan Brown che in Italia viene pubblicato con una sequenza anticronologica.
Prima del successo incredibile del Codice Da Vinci del 2003 Dan Brown non era mai stato preso in considerazione dagli editori italiani, pur riscuotendo successo negli USA. Invogliata dal fenomeno, quindi, nel 2004 la Mondadori dà alle stampe Angeli e Demoni datato 2000 e poi ancora nel 2005 ecco che spunta La verità del ghiaccio che lo scrittore americano pubblicò nel 2001. Oggi, nella calda estate calcistica 2006, è la volta di Crypto (1998), opera prima di Brown che da noi esce con otto anni di ritardo ma a prezzo pieno.
The Solomon key, invece, è il titolo provvisorio del nuovo romanzo di Brown che dovrebbe uscire negli USA nel 2007 e che vedrà come protagonista ancora il professor Robert Langton alle prese con un libro magico attribuito a re Salomone.
La cosa sublime è che stavolta la pubblicazione dei libri-sul-libro è cominciata ancora prima dell'uscita dell'originale, come Nel segno di re Salomone (The guide to The Solomon Key) e The Solomon Key And Beyond: Unauthorized Dan Brown Update, oltre alla prevendita on line del libro di Brown sull'
Amazon tedesco a ben 24 euro.

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09 luglio 2006

E' finita!

 border=Finalmente stasera sono terminati i mondiali di calcio. Comunque sia andata, la cosa veramente importante è che almeno fino a settembre non sentiremo parlare più di calcio, se non nelle cronache giudiziarie com'è giusto che sia.
Spero solo che questa fortuita vittoria dei milionari italiani non sia motivo di un colpo di spugna o di un'indulgenza premio per le indagini di calciopoli.
Per il resto, 'mporta sega.
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04 luglio 2006

Transamerica

di Ferdinando Carcavallo

Avevo sentito parlare bene di Transamerica, ma la visione ha superato le aspettative. E’ devvero un bel film. Oserei dire un film del quale se ne sentiva il bisogno. Dagli USA finalmente il riscatto del buon cinema di grande distribuzione. Bravissimi interpreti, bravi registi e belle storie sono ancora ingredienti a disposizione di Hollywood a quanto pare. Tutto sta nell’abilità a dosare, e in questo Transamerica il regista (quasi esordiente) Dunkan Tucker ci riesce davvero bene, tanto che difficilmente immagino possa bissare in futuro (ma me lo auguro). Il film è la storia di Bee (Felicity Huffman), un transessuale che alla vigilia dell’operazione che darà al suo corpo l’identità che sogna scopre di avere un figlio diciassettenne dal nome Toby sbandato e anch’egli con una vita sessuale turbolenta. Assieme a Toby Bee intraprende un viaggio attraverso gli USA (da NewYork a Los Angeles) nascondendo al ragazzo sia di essere un maschio sia di esserne il padre. Questo viaggio rappresenterà per Bee il vero passo verso il sesso femminile con la maturazione di un istinto materno che ormoni e chirurgia non possono dare. La storia dei due protagonisti è condita di personaggi gnomici che via via incontrano nel viaggio, ognuno dei quali partecipa a costruire in Bee la femminilità che ha sempre simulato.
Il film ha un lieto fine, nella migliore tradizione del cinema hollywoodiano, ma la famiglia è letteralmente cambiata dai tempi di Pollyanna. L’attrice Felicity Huffman, incredibilmente credibile nell’interpretazione, ha oggi sicuramente una voce nel curriculum che nessuna collega può vantare. Sicuramente uno dei migliori film americani del 2005 e di questa prima metà del 2006.


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