di Ferdinando Carcavallo
Maria Antonietta se la spassava alla grande nel castello di Versailles mentre fuori cresceva il seme della rivoluzione di Francia che avrebbe ben presto richiesto la sua testa come affitto della lussuosa dimora.
Pare che tutto il film Marie Antoinette di Sofia Coppola, presentato ieri a Cannes, possa riassumersi in questa frase.
Il pubblico francese ha accolto davvero male questo frivolo affresco della rivoluzione. Del resto, già quasi un anno fa il sottoscritto nel vedere il trailer aveva pensato a curiose analogie con il cinema di Tinto Brass. La stessa Coppola, poi, ha dichiarato di non essere stata interessata a fare un film storico nè politico, ma semplicemente un ritratto di una giovane ragazza che vive la sua giovinezza nel completo disinteresse per il mondo vero, completamente offuscata dalle ebbrezze del lusso e della libido. Evidentemente, questo atteggiamento edonistico non è stato lo stesso con il quale il pubblico di Cannes ha assistito alla prima, abbandonando la sala ben prima della fine e irrompendo in sonori fischi.
Certo che pero' è strano. Paese che vai, critica che trovi.
Sofia Coppola, in fondo, è saltata agli onori dei media cinematografici, oltre che per la parentela, solo per aver realizzato un film - Lost in traslation - che la critica ha esaltato in maniera inverosimile, ma che era di una noia, una vacuità ed una lentezza unica. Non ci si poteva quindi aspettare come terza opera della regista un film pieno di significati o del quale si potesse dire qualcosa di più che "Carina questa attrice" o "Ma che bei posti, eh?".
Pare che tutto il film Marie Antoinette di Sofia Coppola, presentato ieri a Cannes, possa riassumersi in questa frase.
Il pubblico francese ha accolto davvero male questo frivolo affresco della rivoluzione. Del resto, già quasi un anno fa il sottoscritto nel vedere il trailer aveva pensato a curiose analogie con il cinema di Tinto Brass. La stessa Coppola, poi, ha dichiarato di non essere stata interessata a fare un film storico nè politico, ma semplicemente un ritratto di una giovane ragazza che vive la sua giovinezza nel completo disinteresse per il mondo vero, completamente offuscata dalle ebbrezze del lusso e della libido. Evidentemente, questo atteggiamento edonistico non è stato lo stesso con il quale il pubblico di Cannes ha assistito alla prima, abbandonando la sala ben prima della fine e irrompendo in sonori fischi.
Certo che pero' è strano. Paese che vai, critica che trovi.
Sofia Coppola, in fondo, è saltata agli onori dei media cinematografici, oltre che per la parentela, solo per aver realizzato un film - Lost in traslation - che la critica ha esaltato in maniera inverosimile, ma che era di una noia, una vacuità ed una lentezza unica. Non ci si poteva quindi aspettare come terza opera della regista un film pieno di significati o del quale si potesse dire qualcosa di più che "Carina questa attrice" o "Ma che bei posti, eh?".
Se in Lost in Traslation abbiamo avuto modo di ammirare una delle prime apparizioni di Scarlett Johansson - e delle più inutili di Bill Murray -, in questo Marie Antoinette la starlette è una Kirsten Dunst in fuga dalle ragnatele di Spiderman ma che ora ne invoca l'aiuto, visto gli esiti del debutto.
Si potrebbe dire che l'elemento di forza del film è la colonna sonora, con contributi pop-rock di The Strokes, The Cure, Phoenix, New Order e Siouxie And The Banshees, ma chissà come adattati all'ambientazione ottocentesca.
Si potrebbe dire che l'elemento di forza del film è la colonna sonora, con contributi pop-rock di The Strokes, The Cure, Phoenix, New Order e Siouxie And The Banshees, ma chissà come adattati all'ambientazione ottocentesca.
7 commenti:
mamma mia come si è puntigliosi... è un film innovativo..su un personaggio che per l'epoca era innovativo....non è difficile capire il punto di vista della coppola....
una giovane ragazza viziata ecc ecc ke vive nella più completa ignoranza che se ne frega dei problemi del mondo ,xkè così è x una giovane di qll età...pensa solo a se e alla sua felicità...ke nn ha....xkè quei lussi e quelli sprechi nn servivano a nulla x riempire quel vuoto gigantesco ke aveva....le mancava l'amore...trovato solo in hans axel von fersen.... e x il resto ...zero....solo ke s è trovata ad esser una regina...e nn era x lei qst ruolo....secondo me neanche ne era felice....ecco maria antonietta.
povera coppola...ttt sti fischi nn se li merita proprio....
Due cose voglio dire:
1) "Lost in translation" l'ho trovato un film dolcissimo e commovente
2) Un film che "All cats are grey" dei Cure nella colonna sonora lo vado a vedere sicuramente.
Per la colonna sonora:
http://www.imdb.com/title/tt0422720/soundtrack
Davvero da antologia!
Ciao
Compagnuccio Simon
Non è cosi brutto suvvia, meglio Lady Oscar ma quella è tutt'altra storia
Jiro
Ottimo riferimento, Jiro. ;-)
Tu che sei in quelle zone, ma il pubblico Francese (quello vero, non quello di Cannes) com vede questa intrusione americane nei segreti di corte?
Per quel che ho potuto leggere sulle riviste di cinema il film non è stato per nulla denigrato, la Coppola è apprezzata (Un po troppo) come in Italia. In Tv non credo ci siano state particolari polemiche (La seguo cmq davvero pochissimo) quelle si usano per promuovere i film solo in Italia.
Jiro
Il riferimento a Lady Oscar è azzeccatissimo. Natalia Aspesi (in un articolo su Repubblica) raccontava del tempo che Sofia Coppola ha trascorso in Giappone, dove la regista sarebbe venuta a conoscenza del popolarissimo manga di Lady Oscar (Maria Antonietta è più protagonista di Oscar) che ha venduto milioni di copie a partire dal 1974 (se non ricordo male...).
Questo film mi incuriosisce molto e lo vedrò sicuramente. Non fosse altro per ammirare i fantastici costumi di Milena Canonero!
Mr.Onion
Sinceramente questo film mi è piaciuto molto. Per me esprime completamente il modo in cui i ricchi vivevano nel '700. Sofia Coppola è brava senza ombra di dubbio. Ha inserito le pause al punto giusto, i momenti di ilarità in altri. Nel film si parla di una ragazza che ha fatto le proprie esperienze e che come tutti i nobili, ma anche come tutte le ragazzine pensano solo a se stesse. Fa vedere come Versailles un luogo materiale che non si accorgeva di quello che si stava scatenando all'esterno.
La colonna sonora è perfetta. Inserita in un contesto settecentesco ci fa riflettere su come la vita di oggi, può sembrare superficiale e piatta a chi vive bene, senza accorgersi che fuori da "Versailles" c'è un mondo che sta crollando.
Questo film, come Lost in translation, bisogna saperlo interpretare e non basarsi sulla superficialità.
Altro riferimento che ci fa ritornare al collegamento tra Versailles e il NOSTRO mondo.
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