22 febbraio 2006

Willy Wonka e una serie di sfortunati eventi

di Ferdi Carcavallo
Tim Burton è uno di quei fortunati (e meritevoli) registi che grazie ai successi riscossi può oggi permettersi di portare sullo schermo ciò che vuole.
Non è, per così dire, uno che lavora su commissione, rispondendo sempre alle proprie ispirazioni, che quasi sempre pescano in un bagaglio culturale che risale a quello che ha letton e visto nei primi 15 anni di vita: un po' il Walter Veltroni del cinema americano. La sua predilezione per la riproposta di piccole e grandi icone della cultura pop del passato ha anche creato proseliti, visto che da quando ha "osato" toccare Batman il cinema americano non ha più smesso di autoreferenziarsi, e non sempre con risultati stupefacenti. Ma proprio ora che tutti rifanno le cose vorremmo che Tim Burton facesse qualcosa di nuovo e non rievocare mummie come Willy Wonka in questo ipercolorato, lento e indugiante fantasy movie. Confesso di non aver amato l'originale con Gene Wilder, tantomeno pensavo fosse opera di un così grande culto da giustificarne un remake da parte di uno dei più raffinati cineasti pop del momento. Rivedere gli Oompa Lompas (?) è stato uno shock non da poco. Oltre le irritanti canzoncine degli insopportabili elfi della jungla, stavolta anche la musica di Danny Elfman non ha ragiunto gli effetti sperati. In effetti il giovane compositore comincia ad essere un po' troppo ripetitivo. Ti aspetti da un momento all'altro che escano fuori Spiderman, Batman, Mani di Forbice o Bart Simpson. Finora Tim Burton mi è sempre piaciuto (Ed Wood è uno dei biopic più belli che abbia mai visto) e non sarà questo spiacevole episodio a farmi desistere dall'ammirazione. Per consolarmi, piuttosto, cerco di convincermi che l'ultimo suo film sia il bellissimo Lemony Snicket e una serie di sfortunati eventi, opera burtoniana a tutti gli effetti ma a firma di Brad Siberling con un travolgente Jim Carrey, penalizzato in Italia da un'infelice strategia distributiva. Il prossimo impegno di Tim Burton sarà Believe it or not! con Jim Carrey (vuoi vedere che avevo ragione!?), ispirato ad un famoso esploratore della TV americana degli anni '30 (Robert Ripley), mentre è già in cantiere un horror con il fido Johnny Depp intitolato The demon barber.


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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mmm... secondo me l'UNICA caduta veramente vergognosa di Burton (che amo dal suo esordio) è stata quella del remake de "Il pianeta delle scimmie".

"La fabbrica di cioccolato", invece, l'ho trovato molto divertente e pieno di inventiva, per non parlare delle musiche che, in originale, sono uno spasso.

Vabbè, faccio prima a postare il link della pseudo-rece che feci col buon Garbo qualche tempo fa:

http://www.delikatessen.splinder.com/post/5888740

Ciau!

BenSG

Kinemazone ha detto...

ma dimmi una cosa...tu ti svegli sempre a quest'ora o vivi a Città del Messico?

Anonimo ha detto...

;o)

In provincia di Città del Messico...

BenSG

Kinemazone ha detto...

Castellammare di Messico?

Anonimo ha detto...

Carissimo amico,
si vede che i nostri gusti sono completamente differenti.
A mio avviso, Tim Burton è attualmente il miglior regista in circolazione, che non ha MAI prodotto un brutto film. Quando tutti (s)parlano de "Il pianeta delle scimmie" credono fermamente nell'inviolabilità del film del 1968; Burton ha rivisitato la pellicola, ha perfezionato la storia, la sceneggiatura, il trucco, la scenografia. Insomma, è riuscito a realizzare un film degno di essere visto insieme alla versione di Shaffner (molto bella).
La stessa cosa è avvenuta con Charlie e la fabbrica di cioccolato. Prendendo spunto da una pellicola classica degli Usa, Tim Burton ha girato un film stupendo, ricco di scene simpatiche ma allo stesso tempo piene di valori e di ideali. Un film della fascia d'età "3-99"( e beato chi va oltre!). Il trio Burton-Elfman-Depp è brillante come sempre; l'interpretazione di Depp di Willy Wonka, secondo me, rappresenta una delle migliori nella sua carriera; le musiche di Elfman non sono all'altezza di Edward Mani di forbice o La sposa cadavere, ma son comunque ben fatte.
Insomma, Charlie e la fabbrica di cioccolato si aggiunge al curriculum di Burton come un'ulteriore progetto realizzato magnificamente.
Grazie, Tim, per tutte le emozioni che ci riesci a donare! Attendiamo Sweeney Todd!