di Ferdi Carcavallo
Sono attivisti, pacifisti e politicamente impegnati gli zombi di Joe Dante protagonisti di Homecoming, l’episodio numero 6 della serie televisiva americana Masters of Horror. Escono dalle tombe non per cibarsi di carne viva diffondendo la maledizione dei non morti, bensì per esercitare ancora una volta il diritto di voto, unico modo per trovare la pace eterna.
La trama del minifilm di Dante è tutta qui, semplice, suggestiva e molto, ma molto poco politically correct: i soldati americani vittime di una guerra preventiva contro un paese del medio oriente accusato falsamente dal governo USA di possedere armi nucleari tornano come zombi per fare propaganda politica contro la ri-elezione del presidente USA che ha voluto il conflitto. La fine è quanto di più realistico si possa immaginare, per quanto più terribile di qualsiasi trama horror, ma con un messaggio di speranza.
In effetti, a ben vedere, il personaggio dello Zombie è sempre stato oggetto di metafore politiche, da Ragona fino all'ultimo Romero (La terra dei morti viventi) in cui i morti viventi si coalizzano per attaccare e sterminare la città bunker dei ricchi e potenti vivi che li detengono in una sorta di apartheid. Dante ha avuto il coraggio di andare al di là della metafora generalista fino a calare i suoi non-morti in una realtà politica che per quanto attuale sembra davvero frutto delle elucubrazioni fantapolitiche di uno scrittore horror.
Il risultato è un messaggio politico molto efficace in quanto superamento del confine del cinema militante di film-documentari alla Michael Moore.
Dubito che sia possibile vederlo a breve in Italia, come per gli altri episodi della serie.
2 commenti:
Un particolare degno di nota: Sulle lapidi del cimitero di vittime di guerra dove si risvegliano gli zombi sono leggibili di nomi di registi horror defunti come Jean Yarbrough (La famiglia Addams) e Jacques Tourneur (Ai confini della realtà) e di George Romero che è ancora vivo ma che ha clamorosamente rifiutato di partecipare al progetto Masters of Horror.
I registi Yarbrough e Tourneur sono citati nel mediometraggio di Dante soprattutto perché il loro nome è legato alla storia e alla codifica del genere zombie movie negli anni '40, rispettivamente con "king of zombies" e "i walked with a zombie" (magnifico): le loro pellicole sono tra i primi esempi in questo genere, dopo il White Zombie anni '30.
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