09 gennaio 2006

Dance of the Dead (MOH #3)

di Ferdi Carcavallo

Tobe Hooper è un regista che ha trattato tutti i sottogeneri dell'horror, inventando sia il filone splatter con quel capolavoro del genere che è Non aprite quella porta che quello tecnologico con Poltergeist.
Quindi, dal suo intervento in Masters of Horror, non ci si poteva che aspettare qualcosa di originale, o almeno di insolito. Ed infatti, in questo Dance of the Dead, Hooper dà il suo tocco personale presentandoci una storia fatta di violenza, necrofilia e profanazioni varie.
In un 2008 post terza guerra mondiale, i giovani sbandati di una provincia americana contrabbandano sangue rubato per conto di un diabolico proprietario di un locale (Robert Englund) che definire equivoco è un eufemismo dove ha luogo uno spettacolo di danza molto singolare. In questo contesto si inserisce la storia familiare di una ragazzina orfana e della madre. Dire di più sarebbe svelare troppo.
Quello di Hooper è horror al 100%, irriverente, scorretto e blasfemo quanto basta a non offendere più di tanto le coscienze degli spettatori e contemporaneamente a sfuggire al "taralluccievinesimo" che incombe sempre sulle produzioni blockbuster.

Masters of horror, Tobe Hooper, Robert Englund

2 commenti:

Kinemazone ha detto...

Sono interessato ai Feed e quelli di splinder sono solo parziali. Poi c'è la compatibilità con i servizi di writing (writely.com) e ... per cambiare un po'.

Kinemazone ha detto...

E' notizia recente che Sky ha comprato i diritti di MOH.