24 gennaio 2006

Brokeback Mountain

di Mamoru Chiba
Preceduto da un inutile “I segreti di” deciso dai distributori italiani (forse per per ammantarlo di un’ombra di morbosità e lasciare intendere di avere a che fare con qualcosa a metà tra I segreti di Twin Peaks ed I peccatori di Peyton Place), ecco finalmente nelle nostre sale il nuovo, premiatissimo e in odore di Oscar, film di Ang Lee, Brokeback Mountain.
Tratto da un bel racconto di Annie Proulx (Gente del Wyoming, edito da Baldini e Castoldi), il film racconta la storia dell’amore inatteso che nasce tra i due giovani cowboy precari Ennis (un sorprendente Heath Ledger totalmente in parte con il personaggio) e Jack (Jake Gyllenhaal) a guardia di un enorme gregge di pecore sulla solitaria montagna di Brokeback nel 1963. Un amore che li accompagnerà per venti anni.
Aspettando l’arrivo del film (nel resto del mondo era uscito già il 9 dicembre scorso), avevo letto il racconto originale che mi aveva commosso fino alle lacrime. Temevo ora di restare deluso dal film ed invece è davvero sorprendente (a parte un paio di nuove situazioni) la sua fedeltà al racconto.
E’ una straordinaria storia d’amore, di vite non vissute e di desideri frustrati, di errori irreparabili e di rimpianti.
Anche Ang Lee ha pianto leggendo il racconto della Proulx: “Ho capito che era un film che andava fatto, un dramma sull’amore nascosto e perciò più prezioso, un sentimento tremulo nel vento della vita: proibito, perduto, rimpianto. Considero Brokeback un luogo dell’anima, un posto in cui ciascuno di noi può immaginare di tornare: Jack ed Ennis non hanno una vita reale, tutto quello che hanno sono i pochi giorni rubati sulla montagna. Questo è provocatorio, ispirante, esistenziale: riguarda più l’idea dell’amore che l’amore in se stesso”.
Heath Ledger e Jake Gyllenhaal dopo la lettura del copione hanno subito accettato la parte. Ha detto Gyllenhaal: “Del film di Ang Lee mi è piaciuto subito il fatto che, prima di essere una storia omosessuale, era una meravigliosa storia d’amore. Al cinema consideriamo solo i rapporti tra uomini e donne, si punta su quello che è convenzionale senza pensare che quel che conta è quel che desideriamo veramente. L’amore va oltre quello che la gente considera perversione, è qualcosa che di per sé ti rende genuino e felice. E queste due persone sono follemente innamorate, anche se la cosa è avversata dalla società e dai loro familiari.
Oggi è lunedì e pensavo che lo spettacolo non sarebbe stato affollato, invece il gran parlare che se ne è fatto sui media deve avere funzionato e c’era tanta gente. Giovani, anziani, coppiette abbastanza “ruspanti”. Ho temuto di non riuscire a godermi il film. Ed infatti all’inizio si sono sentiti diversi commenti dei ragazzi venuti soltanto per accompagnare le loro ragazze “intellettuali”, e le loro risate grasse quando la moglie di Ennis gli chiedeva di portare del pesce anche per lei e le figlie (i due amanti si allontanavano da tutti dicendo di andare a pesca).
Quando però la storia è entrata nella sua parte più drammatica sono ammutoliti. E non perché si fossero addormentati! Mi sono guardato intorno ed erano tutti conquistati dalla storia.
A quasi vent’anni dall’uscita nelle sale di un altro film di amori gay, Maurice di James Ivory dal romanzo di E.M.Forster (e ancora a Venezia, i due protagonisti, James Wilby e l’allora semi-sconosciuto Hugh Grant, vinsero la Coppa Volpi come migliori attori), ecco un nuovo portabandiera della tolleranza sessuale.
Ovviamente ne sono molto felice” – ha detto Annie Proulx - “Non pensavo che questa storia avrebbe assunto una valenza simbolica così forte. Nello stesso tempo non è che sto lì con il fiato sospeso ad aspettare che cambi il mondo. Penso solo che ci sia un grande bisogno di storie, e quindi di film, che parlino di empatia, che aiutino la gente a capire, a capirsi. La mentalità di gran parte degli americani, quelli di frontiera in particolare – e la frontiera in America è molto più grande e più presente di quanto non si pensi – è tragicamente ristretta”.
Non stupisce che il film sia stato boicottato negli Stati più conservatori degli Usa come Utah (lo Stato dei Mormoni) e Washington, dove molti esercenti si sono rifiutati di farlo uscire nelle sale ritenendolo scandaloso.
In Italia il film è vietato ai minori di 14 anni, quando altri come Saw 2 sono classificati per tutti. Dopo che lo stesso divieto è stato affibbiato anche a Reinas, viene il sospetto che i nostri censori siano un tantino omofobi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho trovato la fedeltà al racconto quasi esagerata e il film si è dilungato troppo in alcuni momenti specie nel finale. Seppure Heath Ledger sia molto bravo i due protagonisti descritti dall'autrice non sono cosi belli e il rapporto è molto piu' rude

Anonimo ha detto...

...in parte è vero. Però il film ti inchioda davanti allo schermo perchè senti che ti sta per lasciare qualcosa su cui pensare a lungo...

Anonimo ha detto...

Il film per me è stato MERAVIGLIOSO!!!Volevo chiedere a no_gay del taglio che ha subito in italia, se io acquisto il DVD in america dici che sia Completo di tutte le scene??
Monica

Anonimo ha detto...

Io sono restato prigioniero per giorni e giorni in questo film e rileggere, dopo tanto tempo, questa recensione, mi ha fatto scaldare il cuore.
Io ho visto anche la versione che è uscita negli USA ma non ho trovato scene che in Italia erano state tagliate... E' vero, scandaloso è stato il divieto ai 14 anni, ma si sa, siamo in Italia...