24 agosto 2005

The life and death of Peter Sellers (Tu chiamami Peter)

Contrariamente a quanto succede in Italia, gli americani quando fanno un biopic lo fanno per lo più per mettere l'accento sugli aspetti più negativi del personaggio in questione. E' stato il caso di Ray, di Ali e adesso lo è di Peter Sellers, l'indimenticabile attore inglese la cui carriera è raccontata nel film Life and death of Peter Sellers di Stephen Hopkins che uscirà in italia il 19 agosto con il titolo Tu chiamami Peter - ma ha rischiato di chiamarsi Una pantera ad Hollywood!. 
Il film, nato per la televisione americana, ha un cast di tutto rispetto, a cominciare dal protagonista Geoffrey Rush che, anche se penalizzato a volte da un make up troppo evidente, è un perfetto Sellers nelle espressioni e nelle movenze. La bellissima Charlize Theron è la bella Britt Ekland, attrice e seconda moglie di Peter, mentre Stanley Tucci è un introverso, insofferente e pignolo Stanley Kubrick
Da ricordare anche la nostra Sonia Aquino (presentatrice di Coming Soon) nella parte di Sophia Loren, non perché sia un grande nome ma perché è una delle cose che restano maggiormente impresse nella memoria dello spettatore (specie se maschio e etero). 
Il film è gradevole nella ricostruzione della Hollywood degli anni '60 e '70 e molto efficace è anche la trovata di far interpretare a Geoffrey Rush a turno ognuno dei personaggi del film, con lo stesso spirito istrionico di Sellers. 
Quello che può sembrare meno riuscito è il tentativo di introspezione psicologica dell'attore inglese, ma del resto Hopkins non è Scorsese. Tutto quello che si sa, per sentito dire, di Peter Sellers nel film è rappresentato in maniera troppo iconografica se non banale. Quindi assistiamo al Sellers lunatico che distrugge i giocattoli del figlio per poi regalargli un pony dopo nemmeno un giorno, al Sellers donnaiolo che lascia la famiglia per inseguire un sono erotico con la Loren, al Sellers vizioso che indugia nell'alcool e nelle droghe pesanti, fino al Sellers vanesio che si innamora di un romanzo (Being there/Oltre il giardino) che vuole a tutti i costi portare sullo schermo convinto che possa donargli l'immortalità. Il film non sarà visto quasi da nessuno in Italia, visto il periodo in cui lo faranno uscire al cinema, ma credo che girerà abbastanza nel circuito Home Video. Vale la pena, comunque, di essere visto se non altro perché ricostruisce la genesi di film molto popolari e perché ricorda un attore forse mai abbastanza apprezzato, alla vigilia di un remake de La pantera rosa con Steve Martin.

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