01 luglio 2005

Kill

di Ferdinando Carcavallo

Beh, devo confessare che visto il clamore e l’interesse suscitato (ai rumors ha contribuito sebbene modestissimamente anche il sottoscritto), mi aspettavo di più da Kill?. Non direi nemmeno tanto di più. Mi aspettavo qualcosa. La trama, per quanto non originale, avrebbe potuto essere comunque un pretesto per una storia divertente e intrigante, magari anche un po’ scomoda. Avrebbe potuto sì, ma in mano ad uno scrittore, e non in mano ad un uomo di scienze col vezzo della narrativa. Confesso, non ho letto altri romanzi di Roberto Vacca, ma conosco i suoi scritti divulgativi di ingegneria informatica (siamo colleghi…) e probabilmente è una di quelle figure che mi hanno convinto alla virata dagli studi classici a quelli scientifici. Non sapevo nemmeno del suo interesse per la politica e mi ha fatto piacere constatare quanto fossimo allineati anche su questo tema. Però devo a malincuore constatare che il “romanzo di fantapolitica” del professor Vacca delude i lettori un po’ avvezzi a tecniche e atmosfere di questo genere.

Di fantapolitica non c’è molto, se non che il fatto storico dal quale prende spunto è inventato. Ma questo non basta a proiettare un lettore in un contesto politico alternativo, irreale ma possibile. Se devo pensare ad un romanzo di fantapolitica mi viene in mente Fatherland1984 di Orwell o V for Vendetta di Alan Moore - , in cui un presente alternativo è un pretesto per riflettere sui pericoli dell’autoritarismo nell’era moderna.

Diciamo la verità, se il politico vittima dell’attentato non si chiamasse Silvio Berlusconi il romanzo non avrebbe nessun interesse. Infatti, l’unico motivo per il quale non ho abbandonato la lettura prima della fine è stato perché mi aspettavo da un momento all’altro una rivelazione, una denuncia o semplicemente una teoria di Vacca sul futuro del paese. Il romanzo di Vacca non solo non arriva a tanto ma è permeato da un qualunquismo antiberlusconiano al quale ci siamo talmente abituati che cominciamo a non crederci nemmeno più. Quasi quasi il “portatore nano di democrazia“ comincia a farci tenerezza per la sua goffagine, quasi come la maschera Fantozzi. E’ il momento di cambiare strategia, professore.

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